mercoledì 23 settembre 2015

#RITAGLI / Chiedere, tra paura e fatica (Mario De Maglie)

(...) Chiedere all’altro è faticoso, amiamo tutti l’indipendenza e l’autonomia, ma talvolta è un amore, ahinoi, non corrisposto. Poveri stalker del non possibile di cui ricopriamo l’ingrato ruolo, infatuati da sempre delle nostre mancanze. La difficoltà di chiedere la incontriamo negli altri così come in noi, possiamo averci lavorato su e aver ottenuto notevoli miglioramenti, ma qualcosa rimane sempre di questo disagio del desiderio.

E’ una situazione comune quella in cui ci peritiamo di chiedere qualcosa per paura di disturbare, l’Ufficio Complicazione Affari Semplici lavora a pieno regime anche nei weekend. La soluzione più quotata si chiama assertività, ma state sicuri che è più facile spiegarla che applicarla. L’assertività è la capacità di riuscire ad esprimersi (chiedendo ciò di cui si ha bisogno) in modo chiaro ed efficace senza essere passivi o aggressivi. Una parola! Chiedi e ti sarà dato, chiedere non costa nulla, domandare è lecito rispondere è cortesia sono alcune espressioni utilizzate nel linguaggio comune per sottolineare la legittimità ed i vantaggi del chiedere. Allora perché, per tanti, domandare non è così scontato?

Chiedere ci fa sentire in obbligo verso l’altro. Chiedere ci fa sentire dipendenti dall’altro. Chiedere può scomodare l’altro. Chiedere è un rischio perché l’altro potrebbe dirmi di no, un no che potrebbe essere vissuto giudicante, se l’altro si nega, io non valgo per lui, se non valgo per l’altro, potrei pensare di non valere in generale. L’altro è assunto a parametro delle mie capacità.

In “Che cosa sono le nuvole” filmato del 1967 di Pier Paolo Pasolini c’è un breve, ma significativo dialogo tra i burattini Otello e Jago interpretati da Ninetto Davoli e Toto’, parlano della “verità”.

Otello burattino: 
Ma qual è la verità? E’ quello che penso io de me, o quello che pensa la gente, o quello che pensa quello là lì dentro [indica il burattinaio]
Jago burattino: 
Cosa senti dentro di te? Concentrati bene… cosa senti, eh?
[pausa di silenzio]
Otello burattino: 
Sì, sì, si sente qualcosa che c’è!
Jago burattino: 
Quella è la verità! Ma sssssshhh… [si porta l’indice sulle labbra] non bisogna nominarla, perchè appena la nomini, non c’è più…

La verità è relativa, esposta ai capricci della soggettività e alla risolutezza dell’oggettività, se la nomini la limiti e scompare, è il solo modo che ha di sopravvivere, ribellarsi a chi se ne proclama detentore. Con quello che gli altri pensano di noi, corrispondente o meno a quel che siamo veramente, ci dobbiamo fare i conti perché l’altro, in ogni relazione, ce lo becchiamo per contratto. (...)

Chiedere non dà garanzie, ma il valore che ho di me si misura dalle domande che riesco a porre più che dalle risposte che riesco ad ottenere. Vale più una domanda talvolta che una risposta mancata o mancante nei confronti delle nostre aspettative.

*** Mario DE MAGLIE, psicologo, psicoterapeuta, Psicologia: tutto quello che avreste voluto sapere sul ‘chiedere’, ma non avete mai osato chiedere, blog 'ilfattoquotidiano.it', 21 settembre 2015

LINK, articolo integrale, qui

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