Normalmente la povertà viene misurata in termini di consumi o di reddito. Ma c'è un altro aspetto, strettamente legato a questi, da considerare: la povertà educativa, specialmente dei più giovani.
[D: Qual è la griglia delle opportunità, professore?]
L'opportunità di apprendere per comprendere, per essere, per vivere assieme, per condurre una vita autonoma e attiva. L'Italia priva un buon numero di ragazzi delle capacità essenziali per crescere in una società moderna e complessa, sempre più caratterizzata dalla conoscenza e dall'innovazione nei rapporti economici e umani. Così facendo li si priva di potenzialità per contribuire allo sviluppo e al benessere individuale e collettivo.
[D: Quali sono i primi danni visibili']
I minori "poveri" sul piano educativo rischiano di non sviluppare tali capacità e scivolano nel disagio e nell'isolamento sociale, lasciano la scuola e la loro salute è minata per la mancanza di cure mediche. Le disuguaglianze tra gli adolescenti incidono maggiormente nel Sud e nelle Isole, e colpiscono in particolare i bambini nati in famiglie di stranieri, anche se di seconda generazione. Oltre il 40% dei giovani "stranieri" non finisce la scuola dell'obbligo.
[D: La peggiore delle povertà, dunque, è quella di non poter esprimere le proprie capacità]
Certo, per questo se si è poveri sul piano educativo si è molto vulnerabili per tutta la vita. Peraltro, la povertà dei genitori spesso si trasmette ai figli. (...)
[D: Se si sta ai fatti sembra che il Paese non riesca minimamente a colmare questo gap].
A parte gli oltre 4 milioni di poveri assoluti, di cui quasi 1 milione sono minori, vorrei ricordare che un terzo della popolazione italiana è nella classe più bassa di competenze matematiche e di lettura, contro una percentuale media del 5% nei paesi Ocse. Quando ero ministro avevo lanciato una serie di iniziative per affrontare seriamente questi problemi. Vorrei solo ricordare il Sostegno per l'Inclusione Attiva (Sia) contro la povertà, anche educativa, e le proposte formulate dalla "Commissione De Mauro" che avevo nominato sull'educazione permanente e il recupero di chi è rimasto indietro, compresi gli adulti. Spero che governo e parlamento usino quelle proposte per far fare all'Italia un salto di qualità . Siamo rimasti gli ultimi in Europa a non avere uno strumento universale di lotta alla povertà.
*** Enrico GIOVANNINI, ex presidente Istat, ex Ministro del lavoro, intervistato da Anna Maria Liguori, "Parlamento e governo ora usino queste proposte per l'infanzia", 'la Repubblica', 15 settembre 2015
LINK, articolo integrale qui
Sempre in Mixtura, altri 2 contributi di Enrico Giovannini qui
*** Enrico GIOVANNINI, ex presidente Istat, ex Ministro del lavoro, intervistato da Anna Maria Liguori, "Parlamento e governo ora usino queste proposte per l'infanzia", 'la Repubblica', 15 settembre 2015
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