Potrebbe benissimo sembrare una favola di Esopo, con tanto di morale finale: uomo e lupo un tempo vivevano in conflitto, entrambi erano allo stesso tempo preda e predatore, si diedero la caccia per millenni, finché non scoprirono che unendo le forze avrebbero avuto maggiori chance di sopravvivenza; da allora sono amici inseparabili.
In realtà è la versione semplificata di un'interessante teoria evolutiva secondo la quale l'uomo prima sarebbe stato una preda dei canidi, poi avrebbe cominciato a cacciarli, e infine, poco meno di 30.000 anni fa, avrebbe imparato ad addomesticarli. (...)
C'è poi chi si spinge a ipotizzare che la capacità stessa di stringere amicizia, inesistente in quasi tutte le altre specie di mammifero, sia un sottoprodotto del rapporto uomo-cane. In effetti, se le teorie sulla coevoluzione di uomini e canidi venissero confermate, si aprirebbero interessanti prospettive sull'origine delle abilità sociali umane e, in generale, sull'idea stessa che abbiamo dell'evoluzione. Siamo tendenzialmente abituati a considerare la selezione naturale come una lotta all'ultimo sangue, come se ogni specie (e ogni individuo) si trovasse al centro di un'enorme arena e dovesse guadagnarsi col sangue il suo diritto alla sopravvivenza. Fenomeni come la coevoluzione e la selezione parentale, dimostrano che individualismo ed egoismo, da un punto di vista evolutivo, possono rivelarsi armi spuntate.
*** Fabio DEOTTO, giornalista, Prima del cane, quando il lupo era il miglior amico dell'uomo, 'repubblica.it', 28 maggio 2015
foto da 'repubblica.it'
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