Il fallimento dell'approccio che divide il mondo in destra e sinistra è stata una lezione che ho imparato presto. Un incarico in Cina agli inizi degli anni Settanta mi mise di fronte alle dottrine omicide del "Pensiero" di Mao Zedong, che fece milioni di vittime; e un altro incarico a Mosca nei primi anni Ottanta, mi mise a contatto con le miserie che una forma perversa di marxismo-leninismo aveva imposto alla Russia sovietica, con un tragico tributo di milioni di vittime.
L'ideologia è stata il flagello del XX secolo, e ha continuato ad esserlo in molti dei peggiori regimi del XXI. Forse il più omicida di tutti gli Stati è la Corea del Nord della famiglia Kim, con milioni di morti di fame e le sofferenze di grandi campi di prigionia nascosti. E anche le decapitazioni, le fucilazioni di massa e le persone bruciate vive ad opera dello Stato islamico hanno la loro origine in un altro genere di pensiero estremista e corrotto.
Se dovessi catalogare questi momenti nelle truci dittature del mondo potrei riempire un libro, o forse tre. Ma nel tornare a casa, nei paesi occidentali, dove nessuno muore per un calo di fedeltà a un primo ministro o a un presidente, può essere deprimente sentire i sostenitori di un credo politico adottare le inflessibili certezze degli stati totalitari. Abbiamo conquistato a caro prezzo il diritto di pensare e parlare liberamente, ma ne facciamo un cattivo uso a nostro rischio e pericolo.
*** John F. BURNS, 1944, giornalista statunitense, estratto da Caro Terzani solo adesso posso dirti che ho capito, 'la Repubblica', 13 aprile 2015, da 'The New York Times', traduzione di Luis E. Moriones
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