La 'mummia del pesce'
(Fondazione Museo della Antichità Egizie di Torino)
(...) Quello che vedi nella fotografia è il sarcofago di un pesce mummificato; in particolare si tratta della tilapia, simile alla carpa, che viveva del Nilo. È un sarcofago di epoca tarda, di legno dipinto; ha il nastrino di lino al collo. Questo pesce era considerato simbolo di trasformazione perché la femmina ha la particolarità di tenere in bocca le uova fino al momento della schiusa. Che strano modo di covare!
La tilapia era molto amata dagli egiziani anche perché ha le squame rosse, il colore associato al Dio Sole. La mummia di questo pesce è stata chiusa in questo suo bel sarcofago, che poi è stato seppellito in un tempio.
Perché darsi così tanto da fare? Perché mai riservare una sepoltura cosi importante ad un pesce?
Semplice, per ringraziare la tilapia del favore che riserva agli uomini per il fatto solo di esistere.
Gli egiziani erano convinti che lo stesso destino di trasformazione del pesce, dopo la sua morte, sarebbe toccato anche a loro.
Immaginavano un grande cambiamento per i defunti, per questo amavano anche tanto il fiore di loto come simbolo di trasformazione: alla sera è bocciolo che si ritira nell'acqua e al mattino si riapre riaffiorando in superficie. Lo scarabeo veniva venerato per lo stesso motivo, perché nutriva la fiducia dell'uomo nelle possibilità di mutare la morte in vita. Gli egizi credevano che nascesse da una palla di stereo, formata dalla femmina come nido ideale in cui deporre le larve. Se i piccoli dello scarabeo potevano nascere dalla cacca, allora perché non credere che dalla morte sarebbe sorta la vita?
*** Anna PEIRETTI, scrittrice, La vita nasce dalla mummia del pesce, 'Il Fatto Quotidiano del Lunedì', 20 aprile 2015.
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