martedì 28 aprile 2015

#ARK #SPILLI / Culture di impresa (M. Ferrario)

Ho sintetizzato l'episodio qui raccontato (e vissuto in diretta in un seminario di una banca) in un articolo più ampio del 1993, di cui do i riferimenti in calce al testo.
Ormai siamo nel 2015.
E dovrei sperare che la data del calendario dica un progresso.
Ma avrei qualche dubbio. 
La simpatia dilagante prodotta dal 'marchionnismo' potrebbe avere allargato il campo: dalle banche a tutto il resto. 
Siamo abituati a credere nelle 'magnifiche e progressive sorti': e il 2015 viene dopo il 1993. 
Ma la 'cultura' delle imprese e di una società spesso ha sorti regressive. E non magnifiche. (mf)

° ° °
Banca. Seminario neo-funzionari: giovani di età e di azienda.  
Mattinata  di  apertura:  solita  presentazione  di obiettivi, argomenti, modalità di lavoro, relatore e partecipanti. 
Il consulente insiste sull'importanza di svolgere, nei tre giorni di corso, un'attività non formale: ogni parere, idea, giudizio sui temi toccati debbono avere cittadinanza. Viene chiarito che formazione non è solo passarsi nozioni o concetti, ma soprattutto riflettere attraverso il confronto. Dirsi i propri punti di vista. Analizzare le cose che vanno e quelle che non vanno. Trovare nuovi modi per farle funzionare meglio. 
Fa caldo. Sul tavolo del consulente svettano due bottiglie di acqua minerale.  Sui tavoli dei partecipanti, né bottiglie né bicchieri. 
La procedura non lo prevede. 
Il consulente si versa da bere. Qualche partecipante vede e deglutisce: la sete non rispetta le procedure.
 Il consulente provoca: «Nessuno di voi ha sete?». 
Un partecipante fa capire che solo il consulente può chiedere l'acqua: senza limiti né di bottiglie né di bicchieri. 
Il consulente chiama un commesso. 
Il quale entra profondendosi in inchini e chiamando professore il consulente che non lo è. 
«Scusi, riesce a recuperarmi qualche altra bottiglia di acqua minerale, per favore?».  
«Certo,  professore».  
«E magari anche qualche bicchiere... sa, eventualmente di quelli di plastica, ha presente?». 
«Senz'altro, professore. Subito, professore». 
Arrivano bottiglie e bicchieri. Che il consulente distribuisce benevolmente a tutti. 
C'è un attimo di silenzio. 
Poi, un funzionario - uno di quelli che dall'inizio della mattinata più aveva dato segnali di smarrimento - sbotta: «Scusi, dottore, mi vuoi spiegare cosa c'è dietro tutta questa democrazia?».

*** Massimo Ferrario, da Punture di spillo di un formatore, in 'SL', Rivista AISL, Associazione italiana studio del lavoro, n. 1, marzo 1993

Nessun commento:

Posta un commento