Zacchera
sostantivo femminile, probabilmente dal longobardo zahar, goccia, lacrima (in veneto zacola), ma forse anche congiunto a taccola, diminutivo di tacca, nel senso di macchia, dal germanico zak e dall'anglosassone tak, nel significato di attaccare (la macchia che ti rimane attaccata)
(1) - Piccola chiazza di mota che resta attaccata sui vestiti o sulle scarpe di chi cammina tra il fango, o si schizza o viene schizzato di fango: hai una z. sulla camicetta; più spesso al plur.: ha le z. ai pantaloni; è coperto, è tutto pieno di zacchere; attraversando la strada mi sono riempito di zacchere.
(2) - Grumo di fango o di sterco che resta attaccato alla lana delle parti posteriori degli ovini, alle piume di uccelli, e simili.
(3) - In senso figurato, non comune, bagattella, inezia, cosetta di poco conto, insignificante:
Esempio: «Quel ch’io gli ho fatto mi pare una zacchera» (Luigi Pulci).
Diminutivi: zaccherèlla, zaccherétta.
Derivati: inzaccherare, inzaccherato.
*** Massimo Ferrario, per Mixtura
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