La prossima volta che vuol tirarsela un po', cosa che gli capita non rarissimamente a causa di una certa dose di autostima, Matteo Renzi dovrebbe ricordare questo numero: 1.887.112. Cos'è? È la più grande sparata spaziale nella storia di un presidente del Consiglio. In grado di ridicolizzare tutti gli altri capi di governo passati, presenti e futuri. (...)
Tutti pelandroni, però, in confronto a quanto se la tirava Mussolini. Basti leggere (Dio benedica gli archivi) un discorso tenuto il 10 marzo 1929. Quando, dopo aver elencato una serie di interminabili opere mirabolanti a lui dovute, spiegò che quella non era che una parte della sua fatica: «Ve ne è un'altra, che non è tanto nota, ma la cui entità vi è data da queste cifre che vi possono forse interessare: ho concesso oltre 60.000 udienze; mi sono interessato di 1.887.112 pratiche di cittadini, giunte direttamente alla mia Segreteria particolare. Tutte le volte che i singoli cittadini, anche dei più remoti villaggi, si sono rivolti a me, hanno ottenuto risposta. Non basta governare, bisogna che il popolo, anche quello lontano, minuto, dimenticato, abbia la prova che il Governo è composto di uomini che comprendono, soccorrono e non si sentono avulsi dal resto del genere umano...»
Peccato che allora nessuno potesse permettersi di fare due conti. Men che meno pubblicarti. Sarebbe venuto fuori che se anche si fosse occupato esclusivamente di quelle pratiche, dal 22 ottobre della Marcia su Roma fino al giorno di quel discorso, il Duce avrebbe dedicato a ciascuna 2 minuti e 3 secondi. Senza dormire mai. Per sette anni consecutivi. Dittatore e cazzaro.
*** Gian Antonio STELLA, giornalista, saggista, scrittore, estratto da Renzi ricordi qusto numero:1.887.112, 'Sette', 17 aprile 2015.
Manipolazione fotografica di Edoardo Baraldi |
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