Soldati di Cristo. Combattono la loro santa ed eroica battaglia in paesi inospitali, lontanissimi dalla Patria, in mezzo a popolazioni selvagge, circondati da mille pericoli. Loro uniche armi: la Croce, la carità, la pazienza, uno spirito di sacrificio altissimo e un infinito desideri'o di bene.
Dove vanno? In prossimità dei grandi fiumi africani, nelle cupe foreste del Congo, lungo le zone paludose del Brasile inesplorato e persino fra le montagne impervie della Cina, infestate da briganti nomadi, crudelissimi. Compagni dei Missionari sono: il clima quasi sempre micidiale, le belve, la febbre gialla, la lebbra, la malattia del sonno, i miasmi pestilenziali delle gore stagnanti e le frecce avvelenate degli indigeni.
Cospargono il loro cammino di molte croci; ma quelli che rimangono continuano imperterriti a predicare la parola del Signore, e nuovi Missionari partono continuamente dai centri civili per andare a sostituire i caduti.
Vivono delle elemosine elargite alla Chiesa; non chiedono per sé se non di soffrire e di conquistare anime alla Religione di Dio. Abitano spesso in povere capanne prive di tutto; spesso, quando dopo tanto lavorare e penare riescono a innalzare la Croce sul tetto di una chiesina sperduta, il fanatismo dei selvaggi incendia questa dopo averla saccheggiata. Pazienza. La ricostruiranno. A poco a poco riescono ad aver ragione anche della più nera barbarie.
Aprono scuole dove i bimbi indigeni accorrono con fiducia festevole; soccorrono e consolano, compiono opera di giustizia, curano malati, compongono liti, educano il cuore dei selvaggi alla bontà, predicano la dottrina di Cristo, insegnano la dolcezza della preghiera; sono, in una parola, i pionieri della civiltà e della redenzione.
E quando, al cospetto delle albe meravigliose e dei tramonti africani, un canto religioso sboccia dalle labbra dei negri seminudi e si innalza alla gloria del Creatore, il volto patito dei Missionari sembra risplendere di luce divina, e le loro ginocchia si piegano in un ringraziamento a Dio per la grazia ricevuta di averlo potuto servire in sofferenza e in umiltà.
*** Luigi Rinaldi, Missionari, da Luigi Rinaldi, Il libro della quinta classe. Letture, La Libreria dello Stato, 1940, XVIII era fascista, con illustrazioni di Bepi Fabiano, ristampa anastatica con introduzione di Mario Isnenghi, supplemento a 'Storia Illustrata', settembre 1985.
Cospargono il loro cammino di molte croci; ma quelli che rimangono continuano imperterriti a predicare la parola del Signore, e nuovi Missionari partono continuamente dai centri civili per andare a sostituire i caduti.
Vivono delle elemosine elargite alla Chiesa; non chiedono per sé se non di soffrire e di conquistare anime alla Religione di Dio. Abitano spesso in povere capanne prive di tutto; spesso, quando dopo tanto lavorare e penare riescono a innalzare la Croce sul tetto di una chiesina sperduta, il fanatismo dei selvaggi incendia questa dopo averla saccheggiata. Pazienza. La ricostruiranno. A poco a poco riescono ad aver ragione anche della più nera barbarie.
Aprono scuole dove i bimbi indigeni accorrono con fiducia festevole; soccorrono e consolano, compiono opera di giustizia, curano malati, compongono liti, educano il cuore dei selvaggi alla bontà, predicano la dottrina di Cristo, insegnano la dolcezza della preghiera; sono, in una parola, i pionieri della civiltà e della redenzione.
E quando, al cospetto delle albe meravigliose e dei tramonti africani, un canto religioso sboccia dalle labbra dei negri seminudi e si innalza alla gloria del Creatore, il volto patito dei Missionari sembra risplendere di luce divina, e le loro ginocchia si piegano in un ringraziamento a Dio per la grazia ricevuta di averlo potuto servire in sofferenza e in umiltà.
*** Luigi Rinaldi, Missionari, da Luigi Rinaldi, Il libro della quinta classe. Letture, La Libreria dello Stato, 1940, XVIII era fascista, con illustrazioni di Bepi Fabiano, ristampa anastatica con introduzione di Mario Isnenghi, supplemento a 'Storia Illustrata', settembre 1985.
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Ovviamente, il testo, essendo obbligatorio e rivolto a tutte le quinte classi del Regno, «è rimasto per mesi nelle cartelle e sui banchi di scuola di tutti gli italiani che sono andati a scuola fra il 1930 e il 1945» (M. Isnenghi).
Cioè: per 15 anni questa è stata la pedagogia 'inculcata' agli italiani.
Una pedagogia 'cristiana'.
Forse non del tutto scomparsa. (mf)
Una pedagogia 'cristiana'.
Forse non del tutto scomparsa. (mf)
Bepi FABIANO, 1883-1962
illustratore, disegnatore, caricaturista, pittore
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