Non siamo ossessionati da Renzi: è Renzi che è ossessionato da noi.
Due fatti:
(1) - «Andrò nelle scuole, in tv, pensano di essersi liberati di me, ma hanno sbagliato»
«Non vivo nell’ansia di tornare da qualche parte, ma vivo nell’ansia di non lasciare la politica a chi crede che sia un prolungamento di Facebook.»
«Al 40,8% dal 1959 non ci è mai arrivato nessuno. Io ho personalizzato? Per due volte con la personalizzazione siamo arrivati al 40%»
«A forza di fare la guerra in casa abbiamo permesso agli altri di vincere. Hanno fatto la guerra al Matteo sbagliato».
*** Matteo RENZI, Festa Unità Ravenna, dichiarazioni raccolte da Valentina Santarpia, corriere.it, 9 settembre 2018, qui
(2) - Festa dell'Unità, Ravenna. Un video (corriere.it, 9 settembre, qui) riprende per qualche secondo un militante mentre parla all'orecchio di Maurizio Martina, segretario del Pd.
Prima la voce non si sente, poi il militante, sempre più infuriato, si sente ripetere forte, a disco rotto: "Caccia Renzi, non lo reggo più".
Martina scuote la testa visibilmente contrariato.
Un breve commento
Condizione insufficiente, ma indispensabile, per una rinascita / resurrezione del Pd (cosa che dovrebbe interessare chiunque abbia a cuore il rilancio di una opposizione oggi assente in Italia) è che siano cancellate alla vista degli italiani, da subito e per sempre, tutte le facce pubbliche di chi ha sostenuto in questi lunghi anni il Grande Perdente: la sua insipienza, la sua arroganza, la sua bullaggine. Che scompaiano, da subito e per sempre, tutte le facce pubbliche di chi tuttora non riesce a disfarsi di una figura tanto patologicamente incapace di fare analisi politica e di assumersi la responsabilità, in quanto leader massimo, di aver portato il partito alla disfatta storica.
La responsabilità di questo gruppo (sedicente) dirigente non è solo di avere seguito servilmente un Grande Imbonitore, ma anche e soprattutto di non osare dire tuttora, in modo forte e chiaro, quando l'evidenza dei fatti grida (5 milioni di elettori persi dalle europee 2014) che ‘loro’ si sono sbagliati (e non una volta: ma per anni) e che ‘lui’, avendo già fatto quel che ha fatto, non deve avere più nulla a che fare con il partito: sempre che il partito, che dalla fondazione ha perso la esse di sinistra, voglia ancora tentare di ispirarsi a qualcosa che almeno richiami il 'centro-(sinistra) e non abbia già deciso di scimmiottare (il perdente) Macron in formato micron.
Il 'che fare' (e chiedo scusa per la citazione sacrilega alle orecchie dei 'microniani') dovrebbe essere affrontato ora, però: ed è già tardi. Non al prossimo congresso, incredibilmente previsto a quasi un anno dalla disfatta epocale del 4 marzo.
Liberarsi di Renzi è condizione per promuovere una linea di contenuti che rompano con il passato/presente: per riuscire, forse, finalmente, a costruire una politica che abbia ancora qualche idea di ascolto/difesa/protezione degli ultimi. E smettere di fare la destra (malamente, per giunta) per farsi poi battere, come sempre, dalla destra. Oppure, com'è avvenuto a partire dall'immediato post-voto grazie alla nefanda invenzione dell''Aventino al pop corn', dopo aver gridato al pericolo-fascismo della Lega per tutta la campagna elettorale, fregarsi le mani per la contentezza di aver consegnato alla Lega i 5S (senza neppure aver messo in campo un tentativo di ascolto/dialogo con loro), augurandosi lo sfascismo del governo 5S-Lega (e del Paese).
Senza l'allontanamento di Renzi e di tutti quelli che gli hanno tenuto bordone e senza l'avvento di un nuovo ceto politico 'vergine' rispetto alle politiche scandalosamente liberiste del passato (che hanno scelto i Marchionne contro i lavoratori), l’avvitamento del Pd proseguirà. Sino alla morte definitiva.
Non c'è bisogno di ripetere all'infinito che occorre 'ascoltare' le 'periferie' e i 'lavoratori'.
Cosa chiedono periferie e lavoratori lo si sa benissimo da anni (e se non lo si è ancora capito, non si è politicamente insufficienti, ma completamente e irrimediabilmente deficienti (nel senso, etimologico, di 'mancanti di totale capacità di comprensione').
Ora è solo tempo di fare.
Se si vuole fare e non ci si vuole continuare a baloccare con le parole.
Magari concedendosi per l'ennesima volta ai 'markettari' perché inventino l'ennesimo nome nuovo, non volendo, i sedicenti politici, rompere con i contenuti, evidentemente vecchi e rifiutati in tutte le urne di questi anni.
*** Massimo Ferrario, Renzi, ancora lui?
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