Scordate la post verità: sono arrivati i fatti alternativi, un serio passo avanti nella pacificazione sociale. L’idea vincente è venuta a Kellyanne Conway, stratega politica del Partito repubblicano d’America, entrata con soluzioni innovative nella contesa fra il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, e i giornalisti accusati di mendacio perché sostenevano che all’insediamento di Donald Trump hanno assistito molte meno persone che a quello di Barack Obama. Sia otto che quattro anni fa. Poi però durante una trasmissione televisiva sono state mostrate a Kellyanne le foto aeree, e avevano ragione i giornalisti (capita a tutti, pure ai giornalisti): «Allora, chi è il bugiardo?». Perché ti scaldi tanto, ha risposto Kellyanne, «hanno solo dato fatti alternativi».
Ecco la soluzione. I fatti alternativi, il cui grande vantaggio è di non confliggere coi fatti ufficiali, ma di viaggiare felici e paralleli. È finito il tempo delle risse sui social: per te l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna? E che problema c’è? È soltanto un fatto alternativo. Pier Carlo Padoan potrebbe andare a Bruxelles con conti da cui risulta che l’Italia cresce del 7 per cento. I signori euroburocrati dispongono di numeri diversi? Beh stiamo solo proponendo fatti alternativi, voi tenetevi le vostre cifre e noi le nostre. È la realtà on demand: ognuno se la costruisca come più gli piace. E tenetelo presente se vi trovano a letto con l’amante: «Ti sbagli, tesoro: per me è solo un soggetto alternativo».
*** Mattia FELTRI, giornalista, Fatti alternativi', rubrica 'buongiorno', 'La Stampa', 24 gennaio 2017, qui
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