Emma KRANZER
studentessa statunitense
Qui mi toccano mia madre e mio padre, qui i miei amici, qui il mio fidanzato. E qui una persona a cui ho detto di no.
Un corpo di donna, e dei colori per raccontare la violenza. Un’opera che è una denuncia quella della 19enne americana Emma Kranzer, realizzata per un corso d’arte alla Nebraska Wesleyan Univeristy. E che è già diventata un simbolo.
L’obbiettivo era quello di raccontare la violenza sessuale, o meglio i segni che lascia sul corpo di una donna. E allora ecco che la fotografia, del corpo di una sua amica, si trasforma in una mappa. I segni delle mani, sulle spalle, sulle gambe, sul volto. A raccontare gli abbracci e le carezze. E poi i segni rossi, sulle braccia, intorno al collo, in mezzo alle gambe. E una legenda per spiegare che quei segni li ha lasciati “qualcuno a cui ho detto di no”.
L’opera realizzata dopo la marcia delle donne contro Trump, le immagini postate su Twitter in poche ore sono rimbalzate sui social e sono state condivise da più di 100mila persone (Twitter)
(da: Corriere.it, «Mi ha toccata qui». La studentessa 19enne e il quadro per raccontare la violenza sessuale, 28 gennaio 2017, qui
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