Dialogo in una televendita di automobili. Al lato del padre, che conduce, la figlia, di sei o sette anni, domanda: “Papà. Sapevi che Irene, la mia compagna di scuola, è nera?” Il padre risponde: “Sì, certo…” E la figlia: “Beh io no…” Se queste tre parole non sono esattamente un pugno alla bocca dello stomaco, sono senz’altro un’altra cosa: uno schiaffo per la mente. Direte che il breve dialogo non è altro che il frutto del talento creativo di un pubblicitario geniale, ma, anche qui accanto a me, mia nipote Julia, che non ha ancora cinque anni, alla domanda se a Tías, luogo in cui viviamo, ci fossero dei neri, ha risposto che non sapeva. E Julia è cinese…
Si dice che la verità sgorghi spontanea dalla bocca dei bambini, però, visti gli esempi in questione, non sembra essere questo il caso, se Irene è veramente nera e anche a Tías le nere non mancano. La questione è che, al contrario di quello che si crede, nonostante tentino di convincerci del contrario, le verità uniche non esistono: le verità sono multiple, solo la menzogna è globale. Le due bambine non vedevano neri vedevano persone, persone esattamente come loro vedono se stesse, quindi, la verità scaturita è semplicemente altra. (...)
*** José SARAMAGO, 1922-2010, scrittore portoghese, premio Nobel per la letteratura nel 1998, Questione di cuore, blog ‘Quaderno di Saramago’, traduzione di Massimo Lafronza, 26 marzo 2009, qui
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