Non sto guardando l'inaugurazione di Trump; troppo deprimente vedere la felicità in diretta di una folla di rampanti, integralisti e qualunquisti, le tre categorie che da trent'anni dominano il pianeta (e adesso in modo totale gli Stati Uniti) in nome dell'individualismo.
La cosa più triste e potenzialmente tragica è che al posto di Trump avrebbe potuto esserci Bernie Sanders. Se solo gli elettori di sinistra fossero populisti e nazional-popolari e non in buona parte globalisti e liberisti. Queste elezioni le hanno perse loro, i democratici, che hanno avuto paura di sterzare a sinistra e si sono accontentati di Clinton; mentre i repubblicani non hanno avuto paura di sterzare a destra.
Speriamo che adesso la sinistra si svegli: per la prima volta dopo decenni è palpabile la rinascita dell'impegno e della passione politica. Ma i soliti buonisti cercano di impedire che si trasformi in reale conflittualità e radicalismo. Anche la grande marcia delle donne di domani, alla quale parteciperò, è pubblicizzata come "non-partisan". Il solito mito ecumenista e pacifista che per decenni ha consentito un'oscena ineguaglianza economica, la distruzione dei sindacati, il saccheggio dell'ambiente. Perché l'unico linguaggio che il neocapitalismo capisce è quello dell'intransigenza e solo se timoroso delle conseguenze dei propri soprusi diventa disposto al compromesso e alla moderazione. Finché si porge l'altra guancia, continuerà a colpire e a prendersi tutto.
*** Francesco ERSPAMER, docente di studi italiani e romanzi ad Harvard, saggista, 'facebook', 20 gennaio 2017
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