Se fosse viva le scriverei: “Scusati, Oriana…”.
Lo farei col garbo e il rispetto che un piccolo scrittore deve a una grande autrice, ma con la convinzione che un uomo del Mediterraneo ha raggiunto studiando, viaggiando, vivendo e maturando una propria salda opinione, da riferire senza mezzi termini o false reverenze, come faceva lei.
“Scusati, Oriana…” perché la tesi che questa sia una guerra di religione è troppo superficiale per una intellettuale raffinata come te. Perché uno scrittore letto da tante persone ha la responsabilità di smontare sempre la soluzione più semplice, non sostenerla. Perché nella complessità occorre cautela e profondità, se si vuole partecipare al processo lento e vitale della formazione di una coscienza critica civile diffusa. Perché sostenere che vi sia in atto una crociata all’incontrario è scorretto dal punto di vista storico, giacché non vi è alcuna Terra Santa da conquistare in Occidente, né ricchi e potenti mercanti mediorientali interessati ai nostri mercati, come era, appunto, all’incontrario. Perché non ricordare la nostra Santa Inquisizione, assai più longeva e istituzionale dei fanatismi islamisti, sbilancia ogni valutazione proprio in seno al processo storico.
“Scusati, Oriana…”, soprattutto, perché sei stata a fianco dei potenti e dei poteri, hai lavorato per i loro giornali, li hai intervistati, dunque non potevi non sapere che le guerre di religione non sono mai esistite. La religione, come tutte le pratiche irrazionali, può essere usata dal potere, dall’economia, dalla guerra, e non il contrario. Non potevi non capire che quando lanci bombe generi un nemico, anche se lo sconfiggi. Non potevi ignorare, tu che vivevi a New York, che quando trasformi il mondo in un mostro vorace di mercati da conquistare, senza alcun freno o controllo, non puoi non attenderti squilibri e mancanza di scrupoli in ogni periferia del mondo. Proprio tu, che hai visto la guerra, hai visto l’odio degli uomini, dovevi sapere che gli sforzi per mitigarne e controllarne gli istinti feroci non bastano mai, andrebbero moltiplicati, non interrotti, e pagano sempre.
“Scusati, Oriana…” per non aver usato la tua popolarità per disinnescare, portare a più miti consigli, gettare le basi, favorire il dialogo, come ogni intellettuale dovrebbe fare, condannando i potenti, non il pensiero della gente, riducendo la loro impunità, non inveendo contro chi richiama le parti a un mutuo raziocinio. Il risultato, qualcuno dice, di non averti capita lo vediamo oggi nelle stragi. A me pare che il risultato di averti capita (gli Stati non hanno applicato alla lettera le tue ricette?) lo vediamo nel peggioramento della situazione mondiale, ma soprattutto nell’intolleranza crescente e nell’assenza sempre più tangibile di spirito critico e misura.
Effetti che genereranno altra violenza.
Ecco perché dovresti scusarti.
*** Simone PEROTTI, saggista, scrittore, già manager e consulente nell’area delle pubbliche relazioni, Attentati a Parigi, alla Fallaci scriverei: "scusati tu, Oriana", blog 'ilfattoquotidiano.it', 16 novembre 2015, qui
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