(...) Che “i musulmani non sono tutti fondamentalisti” è un'affermazione tanto vera quanto vuota. Perché il fatto che la stragrande maggioranza dei musulmani non sia fondamentalista non può essere argomento sufficiente per sollevare la comunità islamica dal prendere parte attiva alla lotta contro il fondamentalismo. La frase retorica “non tutti i siciliani sono mafiosi” – tecnicamente verissima – troppo spesso è usata per scrollarsi di dosso la responsabilità dei siciliani nella lotta alla mafia. Responsabilità che invece è anche (ovviamente non solo) di quei siciliani non mafiosi, che però con la loro indifferenza contribuiscono a creare il terreno favorevole per la diffusione del fenomeno mafioso. E lo dico da siciliana. Ecco, che i musulmani siano per la stragrande maggioranza pacifici e tolleranti non può costituire un alibi per l'inazione. Perché è comunque dentro la grande e frammentata e complessa e irriducibile comunità islamica che il fondamentalismo islamista trova in qualche angolo terreno fertile e spetta anche (ovviamente non solo) a quella grande e frammentata e complessa e irriducibile comunità prosciugargli il terreno intorno.
E veniamo infine a “noi”. È una guerra – si dice – ai “nostri” valori, al “nostro” stile di vita. Ma “nostri” di chi? Io e Salvini non abbiamo in comune nessun valore, nessuno stile di vita. Quali valori sono minacciati, i miei o quelli di Salvini? Sono in tanti, infatti, anche tra di “noi” che dei valori della democrazia (presa sul serio), della laicità, della libertà di pensiero, dell'autonomia dell'individuo, della sovranità di ciascuno sul proprio corpo, dei diritti dei lavoratori, dell'eguaglianza radicale di tutti i cittadini e via elencando farebbero volentieri carta straccia. E di fatti ogni giorno ci troviamo a dover condurre battaglie – in casa nostra – contro omofobi, clericali, iperliberisti, misogini e chi più ne ha più ne metta. E poiché la battaglia è costante anche appunto “in casa nostra”, non c'è alcun dubbio che l'accoglienza e l'integrazione non possono essere incondizionate – come vorrebbe un certo approccio multiculturalista – ma al contrario rigidamente ancorate ai valori costituzionali dell'eguaglianza, dell'autonomia, della libertà, la cui conquista – sempre instabile e precaria – così tanto ci è costata.
*** Cinzia SCIUTO, giornalista, saggista Tutte le fallacie dopo il 13 novembre, 15 novembre 2015, 'MicroMega on line'
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