martedì 13 ottobre 2015

#RITAGLI / Adriano Olivetti, un uomo fuori dagli schemi (Bruno Segre)

[D: Quando ha conosciuto Adriano Olivettì?] 
«Nel 1955. Lavoravo alla Biblioteca della Bocconi e lessi un annuncio sulla rivista di "Comunità" che cercavano dei giovani. Avevo 25 anni. Mi presentai e una piccola commissione - composta da Geno Pampaloni, Renzo Zorzi e dallo stesso Olivetti - mi esaminò. Il primo luglio arrivai a Ivrea».

[D: Che ambiente trovò?]
«C'era un atmosfera operosa segnata da personaggi in parte noti: Paolo Volponi, Alessandro Pizzorno, Franco Ferrarotti, Ettore Sottsass. Strinsi amicizia con Luciano Gallino e in seguito con Giancarlo Buzzi. Un uomo spiritosissimo. Era una situazione fuori dagli schemi».

[D: Come fuori dagli schemi era Olivetti]
«Totalmente. Un uomo inattuale e incompreso che non aveva nulla da spartire con il mondo in cui viviamo. Mi piacevano la sua discrezione e la timidezza. A volte veniva a sapere che i suoi operai non se la passavano bene. Interveniva, in forma anonima, aiutandoli economicamente».

[D: Come faceva un uomo così ad essere imprenditore?]
«Fu un'umanissima anomalia. Guardava alla fabbrica come il centro della comunità e il posto dove si produceva ricchezza».

*** Bruno SEGRE, 1930, sociologo, docente, saggista, studioso della storia degli ebrei, intervistato da Antonio Gnoli, "A otto anni imparai a essere invisibile e solo Adriano Olivetti riuscì a guarirmi", 'straparlando', 'la Repubblica', 11 ottobre 2015

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