Siria, bimba spaventata si arrende al fotografo
Foto di Osman Sagirli, da 'la Repubblica', 31 marzo 2015
Quando ci vergogneremo, come esseri umani sedicenti adulti, sarà sempre troppo tardi...
Diceva Gianni Rodari:
«Quanto pesa una lacrima? Dipende: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra».
Senza retorica, aggiungo una domanda:
E quanto pesa lo spavento di un bambino inflittogli da un adulto che lui ha imparato a conoscere solo come un assassino? (mf)
«Nel 2014, stando ai dati in possesso del Syrian Observatory For Human Rights, la guerra civile in Siria ha causato la morte di 76.000 persone, di cui più di 3.500 bambini. Dall'inizio del conflitto, nel 2011, sono finora morti circa 206.000 individui. In un Paese così martoriato è possibile che una bimba scambi l'obiettivo di una macchina fotografica professionale per la canna di un fucile, e alzi le mani in segno di resa.
E' successo a Hudea, piccola siriana di 4 anni, quando si è trovata di fronte il fotografo Osman Sagirli nel campo profughi allestito ad Atmeh.
Le braccia alzate, l'espressione preoccupata: lo scatto della bimba è stato condiviso lo scorso 24 marzo su Facebook dalla giornalista Nadia AbuShaban. In pochi giorni è stato condiviso più di 10.000 volte. E il web si è attivato per rintracciare l'autore della foto.
Si è scoperto, così, che l'immagine è stata scattata da Osman Sagirli a dicembre 2014, ed è stata pubblicata per la prima volta dal quotidiano turco Türkiye a gennaio 2015, per cui l'uomo lavora da 25 anni.
La BBC lo ha contattato per sapere se la storia "dietro" questa immagine fosse vera. E lui ha confermato: «Quel giorno stavo utilizzando un teleobiettivo e la bimba ha pensato che fosse un'arma - racconta il fotografo - Ho capito subito che si era spaventata. Normalmente i bambini nascondono la loro faccia o sorridono quando vedono una fotocamera».
Hudea, la bambina protagonista dello scatto, era arrivata nel campo di Atmeh - a circa 10 km dal confine turco - con sua madre e due fratelli dopo un viaggio di 150 km.» (a cura di Pier Luigi Pisa)
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Per chi facesse fatica a leggere la didascalia riportata sopra nella foto, ecco il testo:«Nel 2014, stando ai dati in possesso del Syrian Observatory For Human Rights, la guerra civile in Siria ha causato la morte di 76.000 persone, di cui più di 3.500 bambini. Dall'inizio del conflitto, nel 2011, sono finora morti circa 206.000 individui. In un Paese così martoriato è possibile che una bimba scambi l'obiettivo di una macchina fotografica professionale per la canna di un fucile, e alzi le mani in segno di resa.
E' successo a Hudea, piccola siriana di 4 anni, quando si è trovata di fronte il fotografo Osman Sagirli nel campo profughi allestito ad Atmeh.
Le braccia alzate, l'espressione preoccupata: lo scatto della bimba è stato condiviso lo scorso 24 marzo su Facebook dalla giornalista Nadia AbuShaban. In pochi giorni è stato condiviso più di 10.000 volte. E il web si è attivato per rintracciare l'autore della foto.
Si è scoperto, così, che l'immagine è stata scattata da Osman Sagirli a dicembre 2014, ed è stata pubblicata per la prima volta dal quotidiano turco Türkiye a gennaio 2015, per cui l'uomo lavora da 25 anni.
La BBC lo ha contattato per sapere se la storia "dietro" questa immagine fosse vera. E lui ha confermato: «Quel giorno stavo utilizzando un teleobiettivo e la bimba ha pensato che fosse un'arma - racconta il fotografo - Ho capito subito che si era spaventata. Normalmente i bambini nascondono la loro faccia o sorridono quando vedono una fotocamera».
Hudea, la bambina protagonista dello scatto, era arrivata nel campo di Atmeh - a circa 10 km dal confine turco - con sua madre e due fratelli dopo un viaggio di 150 km.» (a cura di Pier Luigi Pisa)