[D: ... vede un rischio di cortocircuito tra integralismo islamico e razzismo?]
Sì, di un cortocircuito tra fondamentalismo, razzismo e disagio sociale. Non abbiamo ancora capito bene e del tutto da dove vengano quelli che hanno sparato. Esiste comunque a Parigi e altrove un disagio sociale forte. E per ragazzi scombussolati, avviliti, forse è più facile sentire le predicazioni di un imam, elementari, ma chiare, piuttosto che quelle della destra atea.
[D: Lei ha vissuto passaggi anche brutali della storia. Da «ragazza del secolo scorso», per usare la definizione data di sé nella sua autobiografia, quali le evocano le stragi di venerdì?]
Non i tedeschi o la guerra. Con lo Stato Islamico siamo davanti a un fenomeno del tutto nuovo. Non era il modo di operare dei tedeschi in guerra. Qui c'è un gruppo, non si sa quanto consistente, di persone decise a morire. Non le spaventi. Hanno messo la morte nel conto. Quelli che fanno esplodere le cinture sono tagliati in due. (...)
[D: ... le sembrano «i dannati della terra», oppressi in cerca di giusto riscatto?]
No, non sono i dannati della terra. A giudicare dai casi passati non sono neppure i più poveri. Ci sono tracce di disperazione vendicativa: perché un ragazzo si faccia ammazzare serve una decisione. Non posso pensare che siano tutti musulmani integralisti che si fanno uccidere perché sarebbero accolti da bellissime vergini. È un fenomeno che nel '900 non c'era, e c'è la necessità di capire come e perché avviene.
[D: Rossanda, dunque non ha una linea? Al di là della condanna, naturalmente]
Una linea non ce l'ho. Se non osservare che l'Occidente finora non ha fatto altro che alimentare questo furore, questa disperazione. La Libia oggi è incontrollabile e per una scelta di Nicolas Sarkozy. Abitanti di alcuni Paesi sono stati profondamente offesi, non si poteva fare operazione più cretina di quella fatta da Bush in Iraq. (...)
*** Rossana ROSSANDA, giornalista, saggista, militante politica, ex dirigente Pci, fondatrice de 'il manifesto', estratto da "A uccidere non sono i dannati della terra", intervistata da Maurizio Caprara, 'Corriere della Sera',15 novembre 2015.
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