(...) Matteo Renzi ha detto «una rissa permanente su berlusconismo e antiberlusconismo ha bloccato l'Italia per vent'anni».
(...) bisogna domandarsi a quale antiberlusconismo si riferisce il premier. Al dibattito sui giornali? Ma gli articoli non paralizzano le Nazioni. Perché sull'antiberlusconismo del suo partito, nel senso dell'agire politica, ci sono molte cose da dire. Una per esempio - è stata più volte ricordata anche se queste colonne, ma repetita juvant - l'ha detta Luciano Violante, nel 2002 alla Camera: «L'onorevole Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena - non adesso, nel 1994 - che non sarebbero state toccate le televisioni. Lo sa lui e lo sa l'onorevole Letta». Da allora l'abbiamo saputo, con la certezza che forniscono le confessioni, anche noi (e così chi scrive ha potuto regolarsi nell'urna). Se l'antiberlusconismo è stato questo, se è stato chinare il capo nel 2006 e cedere a un indulto allargato ai reati dei colletti bianchi per fare un favore a Previti, di cosa parliamo? L'antiberlusconismo nei fatti praticamente non è esistito. I lodi, gli strappi sulla giustizia, i tentativi di manomettere la Carta sono stati fermati dai giudici che avevano il dovere di far rispettare la legge. E dai cittadini, quando hanno bocciato nel 2006 con il referendum una riforma costituzionale che oggi Renzi ci ripropone. Dicono che il dibattito non è stato sereno: forse non lo è stato a chiacchiere. Nei fatti è stato il prequel del film horror cui siamo costretti, privati anche del voto, ad assistere oggi: le larghe intese. Obiettano ancora che non si è giudicato Berlusconi per il suo agire, ma solo con il pregiudizio sulla sua persona. A parte la lodevole patente a punti, i governi guidati da B si sono occupati prevalentemente dei fatti di B: dei suoi processi e delle sue aziende. Forse il premier non ricorda, o più probabilmente vale che la memoria è il più assurdo dei vizi di questo Paese che ha fatto dell'oblio la ricetta per uscire da tutte le sue crisi. Dal Fascismo a Tangentopoli.
*** Silvia TRUZZI, giornalista e saggista, Antiberlusconismo, il punto non sono le nostre colpe, 'Il Fatto Quotidiano', 30 agosto 2015
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