Come si capisce se stai vendendo qualcosa che non deve essere venduto?
Vale la pena spendere su questa domanda dieci minuti di ragionamento e magari di discussione. (...)
Coloro che hanno venduto per tanti anni lo sanno cosa si può e si deve vendere e cosa no.
Può darsi che abbiano venduto cose o prodotti sbagliati, ma in cuor loro lo sanno, e se hanno figli, è probabile che non lo rifarebbero più.
L’odore della truffa ti rimane addosso e puzza di più dell’odore dei soldi.
Non parlo solo dei prodotti dannosi, scadenti, falsificati, dei servizi truffa, delle assicurazioni che non assicurano o dei fondi senza fondi.
In questi casi il venditore non ha più un ruolo sociale per definizione.
Perde il suo status ed il rispetto della società perché anziché fecondarla, la rende sterile.
Anziché proporsi come solutore si palesa come sabotatore della salute, dei bilanci familiari, dei progetti futuri.
Una sciagura per l’umanità.
Ma vorrei fare un passo avanti, in questo breve scritto.
Il venditore, soprattutto quello maturo, in esperienza o in età, dovrebbe chiedersi se sta vendendo qualcosa che può essere venduto.
Perché una cosa è essere protagonista di una economia di mercato che provvede a fare progredire in benessere e felicitò l’umanità , altro è accettare di fare parte di una società di mercato in cui tutto è in vendita con l’unico scopo di fare arricchire qualcuno a scapito di chiunque altro.
Se questa è l’era della responsabilità individuale, e lo è per certo, allora anche noi dobbiamo prenderci la responsabilità di accettare mandati buoni e rimettere quelli cattivi.
Settori come la sanità, i beni comuni come l’aria, l’acqua il territorio, le opere culturali, l’istruzione non si prestano agli stessi ragionamenti della tecnologia, dell’abbigliamento.
Questo è ciò che il filosofo Michael Sandel dell’Università di Harward suggeriva in un su articolo sull’Atalntic Monthly.
Trattarli con la stessa logica di vendita li ha portati a esiti diametralmente diversi.
La società gode dei prezzi bassi e della democratizzazione dei consumi quando si parla di tecnologia ed abbigliamento per citare i soliti due.
Ma paghiamo i prezzi di rivolte e sommosse quando escludiamo con logiche di marketing parte dei consumatori da diritti che la nostra sensibilità occidentale ritiene acquisiti, come l’istruzione o la sanità.
Come dice il Professor Enzo Spaltro :“ Se chi sta bene non fa stare meglio che sta male, prima o poi chi sta male fa stare peggio chi sta bene”.
Il nostro ruolo di venditori e di uomini del nostro tempo passa anche per questa scelta.
Vendere la cosa giusta.
E la decisione è individuale prima che arrivi qualcuno a dettarla.
*** Sebastiano ZANOLLI, consulente, Vendi la cosa giusta, 'linkedin.pulse', 4 agosto 2015
Jep Gambardella (Toni Servillo),
dal film La Grande Bellezza, di Paolo Sorrentino, 2013
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