Matteo Salvini non sa bene neppure lui chi è.
Ha indubbie pulsioni fascistoidi e fin qui se n'è servito abbondantemente. Ma più che 'essere' fascista, 'fa' e 'ha fatto' il fascista. Unica cosa che conta per lui è il Potere. Come recita, con una chiarezza una volta tanto sincera, addirittura la 'ditta' del partito che si è creato: 'Lega per Salvini premier.'
Finora il gioco gli è riuscito bene: al punto che, poco più di un anno fa, secondo i sondaggi, è arrivato a sfiorare il 40% di consensi. Poi si è suicidato: con i mojiti del Papeete, la richiesta dei 'pieni poteri', la convinzione che uscendo dal governo avrebbe vinto il banco con nuove elezioni che sicuramente gli avrebbero 'dato'.
E ora, sempre secondo i sondaggi, è sceso a poco più del 20%
Le antenne potenti che alimentano la sua furbizia gli stanno facendo capire che deve iniziare a fare altro: apparire più 'moderato' e 'liberale'.
Anche questa è una parte che cercherà di indossare. Ma il suo 'essere', come sempre, rimarrà altrove. Quello autentico si chiama in un modo solo: opportunismo.
Si attribuisce a Machiavelli ciò che non ha mai detto e che invece Salvini pratica con determinazione: il fine giustifica i mezzi. Come per il passato, qualunque ideologia è lecita: ieri la secessione padana e il razzismo antimeridionale, oggi il nazionalismo sovranista e l'occhiolino complice al Sud. L'obiettivo di 'Salvini premier' merita ogni giravolta.
Certo, lui non è l'unico attore politico che si comporta con questa cinica disinvoltura.
Ma finché questo continuerà ad accadere, nessuna Politica sarà mai possibile. Ci resterà solo la melma maleodorante, per chi almeno ha ancora un fiuto non atrofizzato, di una politichetta (di 'bassa lega'...) che insegue il Potere Privato Personale.
*** Massimo Ferrario, Salvini & non solo, per Mixtura
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