Pinneberg dà un’occhiata intorno, quello è lo sportello giusto, lettera P. C’è seduto un giovanotto, rassicurante per come se ne sta in vista, senza altre bar riere che quella costituita dal bancone.
“Pinneberg”, dice Pinneberg,
“Johannes. Numero d’iscrizione 606867. Mia moglie ha avuto un bambino, e per via del sussidio di puerperio e allattamento...”.
Il giovanotto è indaffarato col cassetto d’uno schedario, non ha tempo per levare lo sguardo. Tende però una mano, dicendo: “Tessera d’iscrizione”.
“Eccola”, dice Pinneberg. “Vi ho scritto...”.
“Certificato di nascita”, dice il giovanotto, tendendo di nuovo la mano.
Pinneberg dice in tono garbato: “Mi scusi, vi ho scritto e vi ho mandato i documenti che mi hanno dato all’ospedale”.
Il giovanotto leva lo sguardo. Lo appunta su Pinneberg. “Beh, cosa vuole ancora?”.
“Volevo chiedere se la cosa si è risolta. Se il denaro è stato spedito. Ne avrei bisogno”.
“Di denaro ne abbiamo bisogno tutti”. Pinneberg domanda in tono ancora più garbato: “Il denaro mi è stato già spedito?”.
“Che ne so”, dice il giovanotto. “Se lei ha avanzato l’istanza per iscritto, le verrà dato corso anche per iscritto”.
“Potrebbe forse accertarsi se la pratica è stata evasa?”.
“Da noi viene evaso tutto con prontezza”.
“Ma il denaro avrebbe dovuto esserci già da ieri”.
“Perché da ieri? Che ne sa lei?”.
“Mi son fatto il conto. Se la pratica viene evasa subito...”.
“Ma che conti si fa? Come può sapere cosa comporta l’evasione della pratica? Qui ci sono vari gradi di procedura”.
“Se però è stata evasa con prontezza...”.
“Qui viene evaso tutto con prontezza, si fidi”.
Pinneberg dice in tono garbato e deciso: “Vorrebbe informarsi allora se la pratica è stata evasa o meno?”.
Il giovanotto fissa Pinneberg, Pinneberg fissa il giovanotto. Sono vestiti entrambi in maniera molto decorosa, sono entrambi ben puliti e rasati ed entrambi sono impiegati. Ma entrambi sono nemici fra lo- ro, nemici mortali, dal momento che uno è seduto dietro il bancone e l’altro sta in piedi di fronte a lui. Il primo vuole ciò che considera un suo diritto, e che l’altro considera una seccatura. “Solo fastidi i- nutili”, borbotta il giovanotto. Si alza tuttavia sotto gli occhi di Pinneberg e s’allontana verso il retro dell’ufficio. Sul retro c’è un uscio, ed è da lì che il giovanotto si dilegua. Pinneberg lo segue con lo sguardo. Sull’uscio c’è una targhetta, Pinneberg non ha una vista tanto acuta, ma più la guarda e più si convince che ci sia scritto “Toilette”.
*** Hans FALLADA, 1893-1947, E adesso, pover'uomo?, 1932. Sellerio, 20212, citato da Paolo Soraci, da Il nemico è alle porte, anzi agli sportelli. E forse è invincibile, 'FQ Millennium', ottobre 2020
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