Leggo, non a caso in una comunicazione di un ordine regionale degli psicologi, quello della Lombardia, una citazione di Carl Rogers (°): “Quando guardo al mondo sono pessimista, ma quando guardo alla gente sono ottimista.”
In genere tenderei a concordare: soprattutto quando mi ricordo che per una vita ho cercato di praticare, credendoci, insieme alle categorie della sociologia e della lettura politica dei contesti, organizzativi e sociali, anche quelle della psicologia (ma non della pericolosa deriva riduzionista di cui è fatto lo psicologismo, che pure tanto piace per il suo 'farla semplice').
Sempre più spesso, tuttavia, capovolgerei il pensiero: “Quando guardo alla gente sono pessimista, quando guardo al mondo sono ottimista.”
Dove per ‘mondo’ intendo il ‘pianeta’.
Che c’è e ci sarà pure dopo e oltre noi: anche se continueremo a sfigurarne irrimediabilmente clima e ambiente o ce la faremo prima o poi a farlo saltare in aria con qualche migliaia di bombe atomiche di cui nutriamo la nostra stupida arroganza, lui, il mondo, sia pure totalmente desertificato o radioattivo, ci sarà. E continuerà a girare attorno al sole almeno per qualche miliardo di anni.
Per questo, allo stato attuale, pensando a noi e al mondo, non scomoderei né pessimismo né ottimismo: è solo realismo.
*** Massimo FERRARIO, Noi e il mondo, per Mixtura - (°) Carl Rogers, 1902-1987, psicologo e psicoterapeuta statunitense
In Mixtura ark #Spilli di M. Ferrario qui
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