La chiameremo disperanza. Non è una disperazione. Disperazione è una manifestazione incontrollata di tristezza e di rabbia, un crollo verticale che presume una soluzione implosiva o esplosiva, un sentimento insostenibile sul lungo periodo che porta alla rinascita o alla frantumazione. La disperanza invece, che anticamente della disperazione era un sinonimo, ha un significato più tenue ma cronico, qualcosa che insopportabilmente diventa sopportabile per lunghi periodi, uno status che può rimanere appiccicato anche per vite intere. Là dove la disperazione sgorga in strepiti e lacrime, la disperanza rimane sottesa, a mezz’aria, fissata in una bocca socchiusa; là dove la disperazione mostra drammatiche risoluzioni, la disperanza ha già deciso di restare in quella sensazione diffusa che fa più male, flebilmente ma più a lungo, di qualsiasi gesto estremo.
*** Giulio CAVALLI, 1977, attore, drammaturgo, scrittore, regista teatrale e politico, Disperanza, Fandango, 2020
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