martedì 27 ottobre 2020

#FAVOLE & RACCONTI / Il sacchetto delle patatine (Massimo Ferrario)

La giovane manager, ansimante per la corsa, chiuse l'ombrello gocciolante, guardò subito lo schermo elettronico e sbuffò: mai un volta che venisse rispettato l'orario. 

Stavolta il ritardo previsto per il Freccia Azzurra che avrebbe dovuto prendere per rientrare a casa era di ben venticinque minuti. 
Era stanca, la giornata non era stata delle migliori, la riunione con il comitato direttivo aveva deciso che il suo progetto doveva essere rivisto. Naturalmente era urgente e avrebbe dovuto lavorarci nel fine settimana, giostrando tra i due piccoli e il marito, con cui aveva programmato la domenica pomeriggio al luna park e l'uscita era attesa dai gemelli da una settimana. 

Si diresse al bar: ordinò un succo di frutta e si comprò una confezione di patatine: che infilò nella borsetta. 
Non aveva bisogno di cercare la sala d'attesa: la usava ogni settimana e ogni settimana era un pienone assoluto. Oggi, poi, con la pioggia battente, tutti erano arrivati in anticipo. Solo un posto libero: accanto a un giovane che aveva l'aria di essere, più che un frequentatore di treni, un senzatetto riparatosi all'interno della stazione per stare asciutto e al caldo. 

Era un ragazzo di colore: stava seduto composto, i vestiti consunti, ma puliti, sfogliava una rivista abbandonata da qualche viaggiatore e ogni tanto alzava gli occhi per osservare il via vai della gente. Vide la giovane manager, che si guardava in giro per individuare un posto libero, e le fece cenno: poteva sedersi accanto a lui. 

La donna era imbarazzata: era stanca, sognava di potersi finalmente sedere, anche perché non ce l'avrebbe certo fatta ad attendere mezz'ora in piedi, ma avrebbe desiderato starsene seduta isolata. E poi, nessun razzismo, ma non era colpa sua se provava sempre un moto istintivo di disagio quando vedeva un clochard, di qualunque colore fosse la sua pelle. 
Sulle prime, sia pure con un accenno di sorriso, rispose quindi di no all'invito del ragazzo. Ma poi, passato neppure un minuto, cedette: anche perché, proprio tra i due sedili, c'era un piccolo ripiano in cui avrebbe potuto sistemare la giacca a vento, la borsetta e lo zainetto del computer. 

La giovane aprì la borsetta: si ricordava di averci messo il solito libro da viaggio con cui ingannava l'attesa. Vide il pacchetto di patatine che aveva appena comprato e pensò che avrebbe cominciato a sgranocchiarle tra una pagina e l'altra.

Il ragazzo si mostrò discreto: continuava a sfogliare la rivista. Dopo l'inchino di saluto appena lei aveva deciso di sederglisi accanto, non aveva aperto bocca: il timore che volesse coinvolgerla in qualche chiacchiera era uno dei motivi per cui la donna aveva avuto qualche remora ad accettare il posto vicino a lui e invece tutto procedeva perfettamente. 
La giovane si rinfrancò e si immerse nella lettura.

Trascorse qualche minuto e la giovane manager si ricordò delle patatine quando alzò gli occhi per controllare che borsetta e zainetto fossero al loro posto vicino a lei. 
Erano sul ripiano che la separava dal ragazzo, vicino allo zainetto del computer: ne prese due e se le infilò in bocca. 

Stava per riprendere la lettura, quando si accorse che il ragazzo faceva altrettanto. Non ci credette: lo guardò in faccia e lui sorrise, mentre sgranocchiava. 
Pensò: d'accordo, nessun problema, ma se avesse chiesto, lei certo non avrebbe rifiutato. Invece...

Il libro era un poliziesco: come sempre, le ultime pagine stavano svelando l'assassino, con i consueti colpi di scena che mirano ad aumentare la suspense
Ormai la giovane era tutta presa dal finale. 
Mentre continuava a leggere, alzava il braccio per giungere al pacchetto alla sua destra, recuperare le patatine e mettersele in bocca. Lo fece per quattro o cinque volte. E ogni volta il suo gesto era imitato dal ragazzo: patatine lei e patatine lui.

La giovane pensò che non poteva lasciar correre. 
Si fece forza: sia perché il poliziesco non smetteva di catturarla ed era difficile interrompere la lettura e sia perché la sfacciataggine del giovane aveva superato ogni limite. 
Mise da parte il libro con modi teatrali e fissò a lungo il giovane con occhi furenti, senza dire nulla ma dicendo tutto quello che aveva da dire. 
Lui sopportò lo sguardo con la massima serenità, sorridendole: mosse la testa, come per assentire, indicandole il sacchetto. Come a dire: prego, si accomodi.

In quel momento, l'altoparlante segnalò l'arrivo in stazione del Freccia Azzurra, comunicando il binario. 
La giovane, più seccata che mai e sempre in silenzio, buttò il libro nella borsetta, indossò la giacca a vento, raccolse lo zainetto con il computer e corse al binario, senza salutare il ragazzo.

Quando si fu accomodata al suo posto nel vagone, riaprì la borsetta per recuperare il libro: le mancavano due pagine alla fine ed erano quelle decisive.

Fu allora che le vide.
Le patatine erano intatte nella busta ancora chiusa che aveva comprato al bar.

Fino a quel momento aveva mangiato le patatine del ragazzo. 
Era lei, non lui, che aveva attinto alla busta non sua. 
E il fatto che busta e marca fossero identiche non scusava il suo comportamento.

Ripensò al sorriso del giovane. Aveva creduto fosse di scherno: era invece di amicizia. 
Lei si era sentita indignata perché lui le sottraeva le 'sue' patatine; lui, le 'sue', gliele offriva con un sorriso.

Chissà quanto avrebbe pagato per poter fermare il treno e tornare alla stazione di partenza: potersi scusare e dire grazie. 
Avrebbe voluto riavvolgere il nastro, buttare i fotogrammi girati e girare un nuovo film.
Pensò che il fatto di non poterlo fare le avrebbe scolpito dentro l'accaduto in maniera indelebile: non avrebbe potuto dimenticare.

Nascose la faccia tra le mani: provava una vergogna indicibile.
E giurò a se stessa che voleva continuare a vergognarsi: senza cancellare questo sentimento, da risentire intatto, bruciante e scomodo come in questo momento, anche per il futuro.

Perché anche la vergogna può servire. Se sappiamo vergognarci.

***  Massimo Ferrario, Il sacchetto delle patatine, per Mixtura - Libera riscrittura di un testo tratto dalla rete.



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