Ripetevamo: andrà tutto bene.
E ancora una volta,
dietro un augurio autoconsolatorio
che mirava ad occultare la nostra angoscia,
abbiamo preferito esibire
la nostra supponente assertività,
figlia della solita incorreggibile
hybris
che ci crede onnipotenti e padroni del tutto:
come a convincere noi stessi
che sappiamo ciò che non sappiamo,
scommettendo sulla direzione di un futuro
che non ci appartiene.
Forse,
se ora mostrassimo di aver imparato,
grazie alla feroce saggezza di un virus,
che anche se noi ci impegneremo,
alla fine andrà come vorrà,
il cielo apprezzerà la nostra rivoluzionaria
umiltà.
E ci vorrà più bene.
E finalmente, chissà,
andrà meglio.
*** Massimo Ferrario, Andrà come vorrà, per Mixtura
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui
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