Inautunnarsi, nel presagio
di un nuovo inverno: qualcosa
ancora riluce dal fondale opaco
dell’estivo tempo sfinito, estinto.
Lasciarsi accadere come in sogno,
portare da questo vento improvviso
latore di tempesta, che sia,
che ci riporti la vita odorosa
di buono, fragrante e ripulita:
nuvole alte e compatte sopra
la verdeazzurra maestà del mare,
lo sguardo ora libero si allunga
nell’aperto orizzonte sgomberato,
e la linea di volo dei gabbiani
che si disegna, larga, in controluce
pare annunciare, nell’aria sottile,
silenziosa, un brivido inatteso,
la parvenza alata di un sorriso.
*** Giovanna ROSADINI, 1963, poetessa, inedito, in 'internopoesia', 19 ottobre 2020, qui
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