Per ora il Coronavirus
mi ha svuotato l’agenda
mi ha rinchiuso i figli in casa
che mi hanno svuotato il frigorifero
e mi ha fatto sentire precaria
La precarietà è un buon disinfettante.
Ci ripulisce dalla sensazione di essere i padroni di tutto.
Di aver capito tutto.
Ci rimette al nostro posto
di creature instabili e fragili,
immancabilmente sole.
Ci fa assaporare la condizione del fuggiasco, del rifugiato, dell’escluso, del sospettato, del rifiutato,
del persecutore e della vittima insieme.
Chi è precario torna all’essenziale.
In questi giorni d’isolamento obbligato
potrebbe accadere che ognuno torni a se stesso.
E questo potrebbe fare più paura del Coronavirus.
*** Manuela TOTO, psicologa, counselor, Precarietà, blog 'SottoLeScale', 7 marzo 2020, qui
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