Jung ha detto una volta a von Franz che, nel rapporto con la propria aggressività, è necessario nel corso della vita attraversare tre fasi. La prima fase consiste nel rendersi conto della sua presenza. L'aggressività è lì e vuole manifestarsi. La seconda fase è quella in cui noi impariamo a controllarla. La terza fase è quella in cui la lasciamo uscire, ma soltanto nella giusta dose. E' come con un cane, che lo si lascia correre ma al fischio deve tornare indietro.
[D: Hai mai assistito a scoppi di aggressività?]
Sì, quando mi ha insegnato ad andare a vela. C'era anche mio fratello ed io avrò avuto 14 o 15 anni. Siamo andati sul lago con un battello molto particolare, che aveva due alberi, uno davanti ed un altro dietro. Lui stava dietro e ad un certo punto mi ha mandato davanti per mettere la vela. Era al timone e mi diceva: 'Adesso prendi quella lì'; io non capivo niente ed ho preso quella sbagliata, e allora lui ha cominciato a urlare: 'No, non quella', ed era una furia. E così non saprei dire se questo mi ha aiutato a conoscere meglio le vele, ma ne dubito... Ho dimenticato di dire una cosa: che prima di tutto questo, quando siamo partiti, ha detto a mio fratello e a me che quando si va a vela si può bestemmiare. Lui non ha bestemmiato, ha soltanto urlato. Però io sono rimasto impressionato. Non gli ho urlato contro a mia volta perché avevo rispetto per lui, ma non mi sembrava neanche giusto. La cosa caratteristica però è stata che, appena smesso di urlare, un secondo dopo, ha detto tranquillamente 'Che bel venticello'.
Anche il nostro collega Augusto Vitale, che è uomo di mare, mi ha raccontato che l'arruolamento nella marina mercantile genovese prevedeva expressis verbis, oltre alla paga, il diritto di bestemmiare. E allora ho capito perché si bestemmia. Sulla nave ci vuole una disciplina assolutamente ferrea, una disciplina che va talmente contro la natura umana che almeno bisogna poter bestemmiare.
Anche il nostro collega Augusto Vitale, che è uomo di mare, mi ha raccontato che l'arruolamento nella marina mercantile genovese prevedeva expressis verbis, oltre alla paga, il diritto di bestemmiare. E allora ho capito perché si bestemmia. Sulla nave ci vuole una disciplina assolutamente ferrea, una disciplina che va talmente contro la natura umana che almeno bisogna poter bestemmiare.
*** Dieter BAUMANN, psichiatra e psicoanalista svizzero, nipote di Carl Gustav Jung, intervistato da Augusto Romano, 'Anima', n. 11, Moretti & Vitali, Bergamo, 2000.
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In rete si veda la 'bella' intervista di Emanuele Casale a Dieter Baumann ('Jungitalia', 30 agosto 2013) qui
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