venerdì 16 ottobre 2015

#RITAGLI / Amazon e Uber, 'lavorare duro' e 'fare la storia' (Beniamino Pagliaro)

(...) A Tracy, un’ora da San Francisco, c’è uno dei punti chiave della logistica di Amazon nel Nord America. Fuori dal centro c’è il giallo deserto, l’aria calda, la terra arsa della California senz’acqua. Dentro fa quasi freddo per l’aria condizionata. Apprezzata dai lavoratori, obbligatoria quando arriva in visita Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. 

All’ingresso della fabbrica, perché questo è, l’enorme deposito del negozio infinito, sopra i tornelli, ci sono le scritte: «Lavora duro. Divertiti. Fai la storia». (...)

Il lavoro è frenetico, ma a Tracy umani e robot lavorano davvero assieme. I robot sanno riconoscere l’operatore e calcolano quanto tempo impiega in media per prendere un prodotto, così non gli mettono fretta. Molti dei robot hanno ormai un nomignolo: i dipendenti (umani) possono battezzarli dopo un anno di lavoro nel magazzino. Prima dell’arrivo dei robot, nel suo turno di dieci ore, Alan, 28 anni, poteva consegnare circa 110 prodotti. Con l’arrivo dei robot ne tratta in media 308. Prima dei robot, faceva chilometri a piedi. «Era un lavoro diverso, ma oggi non è più noioso. Devi stare comunque concentrato», dice, quasi senza smettere di muovere la pistola laser. (...)

... una dirigente di Uber che chiede l’anonimato (...) affronta schiettamente la questione: «È vero, in queste aziende si lavora troppo, c’è una cultura del risultato esagerata. Ma siamo noi a volerlo fare. Puoi smettere quando vuoi, e c’è la fila per entrare». 

*** Beniamino PAGLIARO, giornalista, I robot di Amazon arrivano in Europa. Arriverà anche in Italia il magazzino automatizzato, subito in Polonia e Inghilterra, 'La Stampa', 15 ottobre 2015

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