giovedì 6 agosto 2015

#MOSQUITO / Islam, non può essere democratico (Adonis)

... è molto difficile oggi non sovrapporre islam e civiltà araba, ma soprattutto riguardo a questa questione bisogna stare attenti a fare la differenza. 
Esiste una «civiltà dell’islam» come cultura e come visione che ha cominciato a diffondersi nel VII secolo, ed esistono tutte le culture precedenti nella regione: il cristianesimo, i sumeri, i babilonesi, i fenici… la cultura è una cosa e la religione un’altra. 
In quanto «visione del mondo» l’islam ha le sue leggi e la sua cultura, e la sua visione del mondo non ha nulla a che fare con la democrazia. È profondamente incompatibile con la democrazia. 
L’islam è fondato su tre idee fondamentali: 1) il profeta Maometto è l’ultimo dei profeti: non ci saranno altri profeti; 2) le verità trasmesse da questo profeta sono le verità ultime, dunque non ci saranno altre verità; 3) l’uomo non deve cambiare nulla, non deve modificare nulla rispetto a queste verità: deve semplicemente credere e obbedire. 
Il che significa due cose: l’islam estirpa quello che è stato detto prima, e chi estirpa quello che è stato detto prima estirpa quello che può essere detto dopo. Dunque, è un mondo chiuso, senza possibilità di sviluppo. Forzando un po’ questa logica, si potrebbe dire che nell’islam Dio stesso non ha più nulla da dire, perché ha detto la sua ultima parola al suo ultimo profeta. 
Dunque parlare di democrazia, che è un sistema in continua evoluzione che deve essere capace di rimettersi in discussione, è veramente in contraddizione con l’islam. Se ci sarà democrazia nel futuro del mondo arabo, sarà quando la separazione tra Stato e religione sarà chiara e accettata dai regimi. 
Se si riesce a separare la religione dallo Stato, certo sì: gli arabi come individui sono come gli altri individui del mondo intero, anzi: ci sono tanti arabi eccezionali, che sono molto più avanti degli occidentali. Come individui, gli arabi possono essere democratici, rivoluzionari, liberi, ma le loro istituzioni sono agli antipodi ora. 
Senza separare la religione dallo Stato non ci sarà democrazia nel mondo arabo. L’islam in quanto visione del mondo non può essere democratico. (...)

Io non sono credente, ma rispetto la religione come esperienza individuale. Ma sono contro l’islam perché è una religione che impone la sua visione alla società intera. La società non ha religione. La sua religione sono i diritti dell’uomo, la cultura, la creatività. È questo. Quando vedrò nel mondo arabo un movimento sociale che nasce da questi valori e non dall’integralismo, allora sarò disposto a riconoscere una rivoluzione araba.
Ciò che è problematico per me è che la politica occidentale non ha più nessuna etica. Guardi il Qatar o l’Arabia Saudita: paesi dove non c’è la Costituzione, dove non esiste il popolo, non ci sono i diritti fondamentali, e l’Occidente non esita ad allearsi con loro.
Quello che è significativo è che la cultura occidentale è muta su questo. Non c’è nessun messaggio, non c’è una corrente, sì forse c’è qualche individuo, ma la corrente segue il suo corso e la gente non si indigna più del comportamento politico occidentale.
La libertà, i diritti, la creatività, non contano più nulla, è solo l’interesse che conta. I governi europei e in generale occidentali detestano gli arabi. Li disprezzano profondamente. Ne hanno però bisogno per il denaro. Guardate la costruzione di quegli Stati fasulli, i nuovi Emirati, come Dubai o Abu Dhabi. Non c’è nulla di autoctono, tutto è importato dall’Occidente in mezzo al deserto per far crescere cattedrali di umiliazione del mondo arabo. Con la complicità delle élite locali. Ed è incredibile che gli arabi si lascino ridicolizzare in questo modo.

*** ADONIS, 1930, poeta e saggista siriano, La civiltà araba inghiottita dall'Islam. Conversazione con Gloria Origgi, 'MicroMega', 4, 2015

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