Roberta DE MONTICELLI, 1952, filosofa,
docente all'università Vita-Salute San Raffaele
docente all'università Vita-Salute San Raffaele
Etica e società: tra 'lupi' e 'pecore', lezione magistrale, 10 dicembre 2013
video, 51min42
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«Una piccola meditazione sulla 'banalità del male'»: così presenta il suo intervento Roberta De Monticelli, che prende spunto da una commedia (Aleksandr Nikolaevič Ostrovskij, 1823-1886, Lupi e pecore, 1875, in programmazione al Teatro Parenti nel dicembre 2013, per la regia di Guido de Monticelli), per parlare dei nostri tempi.
E' un commento colloquiale, ma articolato e profondo, benché qua e là 'divagante', che cerca di indagare sulla categoria della banalità del male. Che è incapacità di pensare con la propria testa, conformismo, piattezza e indistinzione di valori, 'sonno della coscienza'.
Al termine dell'intervento, un breve scambio con una persona del pubblico.
Dice tra l'altro Roberta De Monticelli, riferendosi alla commedia: «Questi (personaggi) che sono illuminati da una luce ingannevole alla fine ci insegnano anche come viviamo noi. Sono talmente abituati a un linguaggio in cui il senso delle parole è stravolto nel loro contrario..., sono persone che non hanno semplicemente perso il gusto della verità, ma il senso stesso della differenza tra il vero e il falso. Io credo che ognuno di noi troverà qualcosa di familiare a sentire quella battuta (...): "Ma non diciamo parole grosse. Un falso! Quando mai. Opera di ingegno si chiama..."» (mf)
«Perché questo testo? Questo testo si chiama Lupi e Pecore è un testo in cui questo titolo già fa capire. Ci troviamo in un mondo in cui l'umanità sembra divisa appunto tra lupi e pecore, ma la cosa forte appunto è che non c'è in questo testo quasi nessuno che abbia una completa positività. (...) Una delle frasi che abbiamo messo anche lì nel libretto, è quella in cui a un certo punto uno dei personaggi dice: “Ma lei ha mai saputo la differenza fra un'azione buona e una cattiva?”. E l'altro risponde: “Ma no, veramente questo, no”. E il primo continua: “Così non lo sapete?” L'altro gli risponde: “Ma questa è filosofia!”».
(Guido De Monticelli, regista, estratto da Margherita Sanna, 'Diario 24 notizie', http://bit.ly/1wpxMwq)
E' un commento colloquiale, ma articolato e profondo, benché qua e là 'divagante', che cerca di indagare sulla categoria della banalità del male. Che è incapacità di pensare con la propria testa, conformismo, piattezza e indistinzione di valori, 'sonno della coscienza'.
Al termine dell'intervento, un breve scambio con una persona del pubblico.
Dice tra l'altro Roberta De Monticelli, riferendosi alla commedia: «Questi (personaggi) che sono illuminati da una luce ingannevole alla fine ci insegnano anche come viviamo noi. Sono talmente abituati a un linguaggio in cui il senso delle parole è stravolto nel loro contrario..., sono persone che non hanno semplicemente perso il gusto della verità, ma il senso stesso della differenza tra il vero e il falso. Io credo che ognuno di noi troverà qualcosa di familiare a sentire quella battuta (...): "Ma non diciamo parole grosse. Un falso! Quando mai. Opera di ingegno si chiama..."» (mf)
«Perché questo testo? Questo testo si chiama Lupi e Pecore è un testo in cui questo titolo già fa capire. Ci troviamo in un mondo in cui l'umanità sembra divisa appunto tra lupi e pecore, ma la cosa forte appunto è che non c'è in questo testo quasi nessuno che abbia una completa positività. (...) Una delle frasi che abbiamo messo anche lì nel libretto, è quella in cui a un certo punto uno dei personaggi dice: “Ma lei ha mai saputo la differenza fra un'azione buona e una cattiva?”. E l'altro risponde: “Ma no, veramente questo, no”. E il primo continua: “Così non lo sapete?” L'altro gli risponde: “Ma questa è filosofia!”».
(Guido De Monticelli, regista, estratto da Margherita Sanna, 'Diario 24 notizie', http://bit.ly/1wpxMwq)
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