martedì 12 maggio 2015

#TAVOLE #RITAGLI #IMPRESA / Italia, serve più 'womenomics' (Paola Jadeluca)


da 'A&F', 11 maggio 2015 - fonte Bny Mellon


(...) Tanto più è elevato il livello culturale e l'influenza media delle donne del proprio paese, tanto più è alta la percentuale femminile nei board delle imprese. 
Sembra la scoperta dell'acqua calda. Ma The rise of women in society, l'ascesa delle donne nella società, realizzato dalla Judge Business School dell'University of Cambridge, su commissione della società di investimenti Bny Mellon, ha verificato punto per punto "perché", ovvero le motivazioni determinanti della carriera femminile. Passando al setaccio 1000 aziende della classifica Forbes Global 2000.
L'80% degli studi accademici esistenti su questo tema sono stati infatti condotti nelle aziende americane e pochi su quelle europee. Non esistono quasi per niente studi che abbiano esaminato questo problema in un approccio multi-paese. Altri studi hanno comparato la percentuale di donne nei board, ma solo come confronto di pure statistiche. In genere il confronto è tra paesi emergenti e paesi in via di sviluppo, all'interno di una cornice di trend globalmente presi. Spesso fuorvianti. 
Prendiamo la permanenza al vertice, un indicatore chiave del potere nell'economia e nelle politiche di governance, sia pubbliche che aziendali.
"I nostri dati mostravano che i 3 paesi al top per permanenza più prolungata di donne al vertice erano Filippine, Turchia e Indonesia - raccontano i ricercatori di Cambridge - ma ci siamo accorti che a tirare su la media erano poche donne di gruppi di famiglia, come la figlia di 86 anni del fondatore di una company turca, ai vertici dal 1946". C'è poi il caso, in Filippine,di una figlia di 62 anni, sul trono del business di famiglia dal 1974. Punte estreme, in un contesto generale dove invece il turnover femminile è elevatissimo. 
Questi 3 paesi sono stati esclusi dai grafici. Guidano invece la classifica della longevità di carriera rosa Messico, Hong Kong e Usa, paesi dove si registra una politica di inclusione più efficace e una distribuzione più bilanciata dei percorsi di carriera femminile, in media tra i 7 e oltre gli 8 anni. (...)
Nella classifica dei paesi in cui le donne godono di una posizione più influente sull'economia, l'Italia è nella media: l'indice "economic power" ci vede al 22mo posto su 41 posizioni totali. Siamo un paese fiero di donne famose, come Laura Ferro, guru del biotech, o la cosmonauta Samantha Cristoforetti. Ma ben lontani da paesi di punta, come Australia, Norvegia e Danimarca, dove il potere delle donne è generalizzato. (...)

*** Paola JADELUCA, giornalista, Ceo e manager in tailleur: all'Italia non bastano le quote, serve più womenomics, estratto, da 'Affari & Finanza', 11 maggio 2015

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