(...) il 59% degli stranieri che lavorano finisce per vivere con meno di mille euro al mese, contro il 27% degli italiani. I lavoratori stranieri formano insomma una sorta di “cuscinetto” per gli imprenditori: poiché lavorano con contratti spesso precari, e comunque a basso costo, sono i primi a essere licenziati nei periodi di difficoltà. (...)
Una situazione che non solo ha ripercussioni sociali negative, ma che è persino inefficiente dal punto di vista economico. Perché il contributo fiscale netto dei lavoratori stranieri alle casse dello stato italiano è di circa 3,9 miliardi di euro l’anno e quello al pil pari a 123 miliardi: un piccolo tesoretto che si aggiunge ai risultati di un recente studio statunitense, e che mostra come l’integrazione di un lavoratore straniero nel sistema produttivo generi 1,2 nuovi lavori, contribuendo a un aumento dei salari nell’economia locale.
*** Nicolò CAVALLI, ricercatore e giornalista, I lavoratori stranieri più colpiti dalla crisi, 'internazionale.it', 1 maggio 2015
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