(...) Intanto la Buona scuola promette molte assunzioni: s’è detto 150mila, poi centomila insegnanti, ora che è stata pubblicato il disegno di legge definitivo con la sua “nota tecnica” pare che il primo anno saranno solo la metà di questa cifra e i restanti l’anno dopo. Anche in questo caso nessuno sa che succederà. (...)
Per chi vive sulla sua pelle questa situazione non resta che navigare a vista, sperare di cavarsela in qualche modo: l’unica etica adottabile sembrerebbe quella di mors tua vita mea. Fare i furbi, mantenere un profilo basso, infilarsi nel posto giusto al momento giusto. Partecipare a una class action come quelle di cui si parla in questi giorni porterà difficilmente a risultati concreti dal momento che quella dei professori è una classe sociale frammentata, composta da situazioni e interessi troppo diversi e conflittuali, determinati dai pasticci che le diverse riforme hanno prodotto nel corso degli anni.
Quel che è più probabile è che alla fine di questo annus horibilis arriveranno degli individui con un’immagine completamente degradata della cosa pubblica e della propria funzione, con una fiducia nelle istituzioni pari a zero. Persone umiliate, passive, iperburocratizzate, logorate da anni di precariato della peggior specie. Questo rischiamo di diventare noi insegnanti. Queste potrebbero essere (e in qualche misura già sono) le persone che si prenderanno cura dei vostri figli.
*** Carlo MAZZA GALANTI, critico letterario, Come farsi passare la voglia di diventare insegnanti, 'internazionale.it', 5 maggio 2015
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