che vengono a prendersi per disperazione
ciò che noi ci prendemmo con la violenza,
la spada e la croce santa,
lasciandoci dietro solo disperazione
Ma dimmi tu questi negri
che hanno cellulari e guardano le nostre donne,
mentre noi da sempre ci fottiamo le loro
un tanto a botta
nelle strade nere delle periferie,
e prendiamo il silicio dalle cave delle loro terre,
e come osano poi questi negri
avere desideri proprio uguali ai nostri
manco fossero umani
Ma dimmi tu questi negri
che attraversano il mare
come se fosse messo lì per viaggiare
e non per tenerli lontani,
per galleggiare e non per affondare,
per andare e non per tornare
Ma dimmi tu questi negri
ex schiavi dei bianchi
che vengono qui a rubarci il pane
proprio ora che gli schiavi siamo noi
messi in ginocchio e catene
da politici e finanzieri bianchi
con colletti bianchi
e canini e incisivi sorridenti
e perfettamente bianchi,
che in meno di trent’anni
ci hanno fatto servi
Ma dimmi tu questi negri
che hanno scoperto ora che la terra è una,
è rotonda,
e che a seguire la rotta della loro fame
si arriva dritti dritti alla nostra opulenza
Ma dimmi tu questi negri
che facessero come i nostri nonni:
cioè tornare nella giungla e sui rami più alti
visto che sono loro i nostri progenitori
e che l’umanità è tutta africana
Ma dimmi tu questi negri
che non rispettano i confini della nostra ignoranza
e i muri della nostra paura
Ma dimmi tu questi negri
che persino si comprano le sigarette
dopo che noi ci siamo fumati
le loro foreste, le loro miniere,
il loro passato, il loro presente
ma abbiamo commesso l’imperdonabile errore
di lasciargli una vita e un futuro
a cui non rinunciano mica
Ma dimmi tu questi negri
che si portano il loro Dio da casa
anziché temere il nostro,
e sanno ninna nanne e leggende e favole
più antiche delle nostre
e osano parlar male la nostra lingua
ma benissimo la loro
che però noi non capiamo.
Ma dimmi tu questi negri
a cui non vogliamo stringere la mano
né far mettere piede in casa,
seppure,
a ben guardare,
abbiano i palmi delle mani e dei piedi
perfettamente bianchi,
proprio come i nostri.
*** Andrea MELIS, 1979, poeta cagliaritano, Ma dimmi tu questi negri, in Piccole tracce di vita, Feltrinelli, 2018
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