Esso morirà, come il triste rumore
Dell'onda, che batte contro una lontana riva,
Come un suono notturno in un profondo bosco.
Esso sul foglietto di un album
Lascerà una morta traccia, simile
Al ricamo di una iscrizione tombale
In una lingua sconosciuta.
Che c'è in questo nome? Da tempo dimenticato
Nelle agitazioni nuove e ribelli,
Alla tua anima esso non darà
Puri, teneri ricordi.
Ma nel giorno della tristezza, nella quiete,
Pronuncialo con nostalgia;
Di': c'è una memoria di me,
C'è al mondo un cuore nel quale vivo...
*** Aleksander PUSKIN, 1799-1837, scrittore, drammaturgo, saggista, poeta russo, Che ti importa del mio nome?, in 'Poesia', n. 278 gennaio 2013 e in 'poesia.it', 6 giugno 2019, qui
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