Quand'è che abbiamo iniziato a confondere educazione con ipocrisia?
Quand'è che abbiamo iniziato a farci vanto dell'essere aggressivi, rudi, prepotenti, e a confondere la gentilezza con la pavidità, con la mancanza di convinzione o di spina dorsale?
Quand'è che abbiamo iniziato ad abusare di espressioni come "io dico sempre quello che penso", "io sono uno che non le manda a dire", "io sono senza filtri" per sdoganare l'essere brutali, indelicati, e il comunicare a tutti i costi le nostre opinioni senza curarci dell'effetto?
Forse c'è stato un momento in cui ci siamo convinti che educazione significasse vuota etichetta, formalità di altri tempi, un codice senza sostanza buono solo ad appannare la sincerità e la forza di pensieri e azioni, per renderli socialmente controllabili.
Ma per come la vedo io l'educazione non è ipocrisia, non è una questione di vuota apparenza. Anche l'essere educati porta in sé un grande messaggio di sostanza: significa "qualsiasi cosa io pensi, e in qualsiasi modo io dissenta da te, ho intenzione di esprimermi in una maniera che non ti arrechi danno, perché ho rispetto della tua umanità".
Essere educati è non-violenza.
*** Alice BASSO, 1979, scrittrice, facebook, 20 agosto 2019, qui
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