vento, divinità del mutamento
dalle guance gonfie che soffiano.
Amo quel vento,
mi rallegro
ai mutamenti.
Vado per il mondo
in due o sola
e grati mi sono al tempo stesso
il desiderio e la sua morte
che si chiama appagamento.
C’è qualcosa di troppo in me.
Trabocco dalle mie sponde
come un lievito. Il lievito ha
un suo genere specifico di felicità.
Vado, sempre vado,
a volte si unisce a me un uomo.
Andiamo insieme,
lui dice che è fino alla morte,
poi si perde in un crepuscolo
come cosa senza importanza.
Vado sola,
poi nuovamente a una svolta
appare un nuovo compagno.
Vado, continuamente vado,
un vento mi spinge per le strade.
Sulle mie strade
soffia sempre il vento.
*** Anna ŚWIRSCZYŃSKA, 1909-1984, poetessa polacca, Una donna parla della sua vita, 'poesia.it', 3 gennaio 2019, qui. Anche in Giorgio Origlia, a cura, Anna Swirszczynska. Una vita nel vento, 'Poesia', n. 344, gennaio 2019
https://en.wikipedia.org/wiki/Anna_%C5%9Awirszczy%C5%84skaIn Mixtura ark #SguardiPoietici qui
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