In generale, l'aborto è negativo, perché è un omicidio. L'altro giorno ho letto qualcosa a proposito dei diritti umani dei feti. Nella prospettiva buddhista è una grande verità, perché anche il feto non nato è considerato un essere senziente, un essere vivente.
Ad esempio, uno dei precetti fondamentali per un monaco o per una monaca che ha ricevuto pieni ordini è di non uccidere un altro essere umano. Se un monaco o una monaca che ha ricevuto l'ordinazione completa uccide un feto non nato, infrange questo voto di base. Ma, di nuovo, l'ottica fondamentale del buddhismo è di interpretare ogni evento in base alle circostanze. Si può generalizzare, ma si presenteranno sempre casi eccezionali, tra i quali bisogna considerare anche l'eutanasia. È ovvio che, in generale, l'aborto deve essere evitato, ma in determinate e specifiche circostanze può essere una scelta comprensibile… per esempio, se le vite della madre e del bambino fossero in pericolo, o se si presentassero conseguenze molto negative per la famiglia.
Uguale è il discorso sull'eutanasia. Nell'ottica buddhista, se tenere in vita un paziente fosse molto costoso e creasse difficoltà alla sua famiglia, se non ci fosse nessuna speranza e il paziente restasse in coma senza attività cerebrale, la si potrebbe accettare. Invece, se la famiglia avesse denaro a sufficienza e se volesse tenere il paziente in vita, ne avrebbe pieno diritto. Ma se le circostanze sono tali da creare molti problemi, allora l'eutanasia, in questi casi eccezionali, può essere possibile. E ugualmente l'aborto in particolari circostanze è possibile; ma è necessario giudicare sul momento, caso per caso: questo è in generale l'approccio buddhista.
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