C’era una volta un uomo.
Lo dicevano folle.
E lui lasciava dire.
Un giorno, con pochi veri amici, si confidò.
Era accaduto tanti anni prima.
Quando sapeva di non stare bene e aveva deciso di mettere fine al suo disagio.
Per questo si era messo alla ricerca.
Era stata una ricerca lunga e faticosa. Però alla fine ce l'aveva fatta.
E lo aveva trovato.
Ma si era accorto subito di stare più male di prima.
Perché la luce lo infastidiva e a volte lo accecava.
Aveva provato a resistere: aveva tentato di abituare gli occhi.
Ma la sofferenza aumentava.
E così, senza ripensamenti, lo aveva spento.
Da quel momento, confessò, fu sereno.
Viveva una tranquillità mai provata.
E giurò che non lo avrebbe cercato mai più.
Gli amici erano abituati ai suoi discorsi oscuri.
Pazienti e comprensivi, gli chiesero che cosa non avrebbe più cercato.
Lui sorrise.
«Vedete, non capite. Eppure voi ce l'avete».
Gli amici si guardarono l'un l'altro.
«Ce l'abbiamo? Cosa?»
L'uomo lasciò trascorrere qualche secondo, poi aggiunse:
«Ma il lume, no?».
Gli sguardi degli amici erano sempre più straniti
Allora il folle, con un guizzo ironico negli occhi, completò:
«Il lume della ragione, miei cari».
*** Massimo Ferrario, C'era una volta un folle, per Mixtura
In Mixtura ark #Favole&Racconti qui
Nessun commento:
Posta un commento