lunedì 13 febbraio 2017

#SENZA_TAGLI / Politica? Una mandrakata (Alfredo Morganti)

Pare che Luca Lotti in Consiglio dei Ministri abbia spiegato ai colleghi che il PD, in vista delle imminenti elezioni, deve tenere un ‘profilo’ di sinistra. Nel marketing commerciale (e pure in quello politico) si chiamerebbe ‘posizionamento’. Lotti non dice che serve una ‘politica’ di sinistra. No, dice ‘profilo’ di sinistra. La differenza tra ‘politica’ e ‘profilo’ è il vero spartiacque contemporaneo. È come se avesse detto: il partito faccia quel che vuole, dal punto di vista pratico non cambia nulla. Si presenti però come partito di sinistra, si dia questo profilo (ossia questo posizionamento, questa ‘apparenza’) e sia in termini filosofici un ‘fenomeno’ di sinistra. La sostanza, insomma, non deve cambiare. Anzi, non è in discussione. In fondo, che cos’è la ‘narrazione’, se non la pellicola con cui avvolgiamo la politica per darne un’immagine che non corrisponde alla sua effettiva realtà? Davvero un raccontar storie. O meglio, un modo per rendere l’immagine che diamo di noi stessi una cosa assolutamente priva di connessioni con la nostra natura politica più vera. Quasi a volerla nascondere, e in effetti è così. Puntare al profilo vuol dire ‘salvare’ la politica da svolte concrete, da cambiamenti effettivi (pur invocandoli costantemente), dalla messa a nudo della ‘sostanza’, la cui esistenza è semplicemente dedotta dal fatto che ci sia qualcuno che intende narrarla, e dunque camuffarla, ma nulla più. Resta un’opacità di fondo, esemplificata dal Patto del Nazareno. 

La politica ridotta a comunicazione è il tema vero che svolge Lotti, raccomandando al PD (in sede di Consiglio dei Ministri!) di darsi un profilo di sinistra. Ciò, al contrario di quel che accadde nella campagna referendaria, quando Renzi sentenziò che il referendum si sarebbe vinto a destra: quello che serviva allora era un profilo di destra. Una narrazione di destra. Oggi non più. Agire sul profilo è come agire sullo specchio della superficie, sulle apparenze, sulla patina pubblicitaria, sulla percezione che l’elettorato ha di te. Quale sia la tua vera identità poco importa, anzi meglio nasconderla. Al più può riguardare ristretti consessi, non altri. Pensate al jobs act. Una legge di destra, una ideologia di destra quella che ha prodotto il regime degli sgravi a buffo e il contratto a termine con indennizzo. Che però si tentò di ‘profilare’ come di sinistra, dicendo che dava lavoro, combatteva la flessibilità e la precarietà. Non era vero, ovviamente. Ma la narrazione, il profilo erano posizionati a sinistra, il ‘fenomeno’ era di sinistra. La sostanza della legge, invece, era tutt’altra. Una mandrakata insomma. Un gioco illusionistico quello a cui è ridotta la politica oggi, nelle mani di guru, agenzie pubblicitarie, politici di scarsa preparazione, scarso sentimento popolare e scarsa sostanza. Ma cinici e disincantati come rare volte è accaduto. Gente col profilo di sinistra, ma con il cuore a destra. Anzi, spesso senza cuore. Come automi ‘narrativi’ programmati a ‘vincere’ e basta. Sembra che anche la politica, ormai, la facciano gli algoritmi.

*** Alfredo MORGANTI, La politica? Una mandrakata, 'muovatlantide', 11 febbraio 2017, qui

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