La malattia è la dolorosa testimonianza di qualche conflitto in atto nel corpo e nell’anima: io cerco di scoprire che cosa i miei pazienti stiano nascondendo a se stessi; perciò, quando si rivolgono a me, mi limito al ruolo dell’ascoltatore. Faccio il vuoto nella mia mente, la rendo cioè ricettiva. Devo liberarmi di ogni preconcetto, evitare di dare giudizi sullo stato morale o spirituale che essi mi svelano.
*** Carl Gustav JUNG, intervista al 'New York Times', settembre 1912, citato da 'juingitalia', Il più grande farmaco che guarisce: il VUOTO. È nel vuoto che i disagi e l’anima trovano ristoro e forze, 15 marzo 2015, qui
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