venerdì 17 febbraio 2017

#SPILLI / Quando le scuse sono 'markètting' e il 'non-umano' è lo 'spirito del tempo' (M. Ferrario)

«Un operaio in catena di montaggio si è visto negare il diritto ad andare in bagno, nonostante avesse chiesto più volte il permesso; a quel punto, fattasi l’impellenza fisiologica insopportabile, non gli è rimasto che farsi la pipì addosso.»

Leggete questo articolo, di Maurizio Di Fazio, da cui sono tratte le poche righe sopra riportate: 
Operaio costretto a urinarsi addosso, nessun provvedimento contro i responsabili, ''espresso-repubblica', 15 febbraio 2017, qui

E per avere un ulteriore inquadramento, ecco il 'sommario' sotto il titolo:
La Fiat Chrysler si scusa con il lavoratore della Sevel di Atessa a cui è stato impedito di lasciare la catena di montaggio per andare in bagno. Ma ai capireparto solo un richiamo, senza procedure disciplinari. Usb promette battaglia. E Sinistra Italiana presenta un'interrogazione parlamentare, 


Se davvero FCA si è scusata con l'operaio (come pare essere accaduto, stando all'articolo di cui sopra) si tratta comunque di 'markètting': buono per palati grossi, quando non decisamente 'boccaloni'.
E diffuso a piene mani ovunque e da chiunque, peraltro. 
Nelle aziende e in politica.

Ma stiamo al contesto aziendale.
L'episodio è nello 'spirito dei tempi'. 
E il 'marchionnismo' è stato, e tale continua ad essere, uno dei principali costruttori di questo spirito. 
Osceno: se l'aggettivo avesse ancora un senso.

Uno spirito, comunque, quando non applaudito, certo non contrastato: né da fuori (consulenti e professionisti vari dello sviluppo organizzativo), né da dentro le imprese (direzioni, alte, medie e basse, e manager). 

Di più. 
Questo spirito è stato anche troppo spesso benevolmente accolto, o indifferentemente subìto, da chi in questi anni, dentro le imprese, ha accettato di venir meno al proprio specifico ruolo professionale e ha barattato le 'persone' (su cui avrebbe dovuto esercitare un particolare presidio per precisa responsabilità  e delega organizzativa) con le 'risorse' (dette 'umane' nell'organigramma ormai solo per ragioni cosmetico-manipolative). 
E di fatto (le convention e gli articoli in senso contrario contano per la fuffa retorica da cui da anni siamo invasi) ha consentito l'ovvia e conseguente regressione successiva: quella che ha portato le 'persone', appunto in quanto 'risorse', a essere sempre più trattate, e trasformate, in 'pedine'. 

Con tanti saluti all'umano, ovviamente. 

Il quale umano, però, nonostante noi lo si sia espulso, maledettamente e cocciutamente persiste negli esseri umani: e contrariamente alle pedine, osa ancora (oibò) chiedere (ALMENO) di poter andare al gabinetto quando gli scappa. Mettendo con ciò in atto comportamenti di chiara ed evidente insubordinazione gerarchica: incomprensibili a chi ha a cuore le magnifiche e progressive sorti di profitto e produttività.

Se impedito, questo umano (irriducibile, almeno per ora, a pedina integrale) osa perfino farsi la pipì addosso. 

Inutile sottolineare che lo scontro dell'umano, per quanto residuale e ormai in forma di urina, con il 'non-umano' (forse pure già diventato 'dis-umano')  può essere stupido come solo l'umano sa essere, quando vuole. 
Il che, oggi, accade spesso.

*** Massimo Ferrario, Quando le scuse sono 'markétting' e il 'non-umano' è lo 'spirito del tempo', per Mixtura

In Mixtura ark #SPILLI  qui

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