Un uomo, scendendo con un paracadute, finisce su un albero in mezzo alla campagna in una zona desolata.
L’uomo, prima cerca di liberarsi dalle corde, poi, non riuscendoci, comincia a chiamare aiuto.
Niente, nessuno nelle vicinanze.
L’uomo impreca, poi si rassegna.
Non può che aspettare, sperando che arrivi qualcuno.
Finalmente, appare una persona.
Subito l’uomo grida e si sbraccia, per richiamare la sua attenzione.
La persona si avvicina all’albero: solleva lo sguardo e intravvede l’uomo, su in alto, in mezzo ai rami.
«Scusi, mi sa dire dove sono finito?» chiede l’uomo.
L’altro risponde:
«Be’, lei è su un albero, a dieci metri di altezza, siamo a 40 chilometri dal centro abitato più vicino e io non ho una scala per farla scendere».
L’uomo non si trattiene:
«Senta, ma lei è ingegnere informatico?».
«Sì… ma scusi… come l’ha capito?».
L’uomo sorride, tagliente.
«Non è difficile. Lei mi ha dato una serie di informazioni perfettamente corrette, ma assolutamente inutili per risolvere il mio problema».
Allora l’altro, di rimando:
«Senta, ma lei per caso nella vita fa il manager?».
«Veramente… sì… ma come l’ha indovinato?».
«Facile. Si è cacciato da solo in una brutta situazione e adesso che non sa cosa fare sa solo dare giudizi sugli altri».
*** Massimo Ferrario, Professioni, 2013-2017, per Mixtura. Riscrittura di una storiella di autore anonimo.
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