Mia madre piange
il suo non poter più essere figlia.
Io piango
il mio non esser madre.
Col mio essere figlia
faccio a pugni da tempo.
“Voi donne non siete
mai
contente e siete così enormemente
piene d’acqua”.
Le donne in questa stanza
son belle
forse non son mai contente,
a volte piangono ma
sanno consolare.
Prendo mia madre in braccio
benché non sia ancora vecchia,
benché non sia ancora il mio turno
d’esser madre di madre.
Piccola piccola madre mia
stasera vorrei cullare il tuo pianto.
Mia madre sorride acqua
dentro i suoi occhi.
Piove.
Non c’è nulla di più potente dell’acqua, sai?
Né fuoco, né vento, né terremoto.
E un tempo, si sa,
la vita prese ad agitarsi nell’acqua.
Piove e questa stanza è piena d’acqua:
io son quel piccolo feto
bambina
nuoterò tutto l’inverno
nascerò a primavera
prima uscirà acqua
poi me.
Non preoccupatevi quando piangerò.
Piangere serve per respirare.
*** Alessandra RACCA, 1979, poetessa, Natante, da Poesie antirughe, Neo Edizioni, 2012, segnalata in ‘grafemi’, 7 dicembre 2011, qui
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