Il Giappone è famoso per il forte senso del dovere e per la profonda dedizione al lavoro, che si traduce spesso in molte ore in ufficio con ritmi frenetici, pretese di alte prestazioni e mansioni alienanti. Si possono vedere impiegati e studenti addormentati nei luoghi più improbabili, dalla metro, al ristorante, all’ufficio, anche se si tratta del cosiddetto “inemuri“, un sonnellino in pubblico socialmente accettato che sembra strano soltanto a noi occidentali.
Queste fotografie di Kenji Kawamoto mostrano invece persone addormentate e abbandonate a terra perché sfinite dal troppo lavoro e spesso dall’alcol, con cui cercano di dimenticare la stanchezza e la fatica della vita quotidiana, e che a volte rappresenta l’unico momento della giornata in cui rilassarsi insieme agli altri. Esiste anche un termine per indicare l’abitudine a bere troppo alla fine della giornata o della settimana lavorativa, correndo il rischio di addormentarsi per strada: nomisugi.
Kawamoto ha fotografato queste persone a Tokyo e ha spiegato: «Le mie fotografie raccontano le persone che hanno raggiunto il limite ed esaurito le forze dopo il tran-tran quotidiano. Ho scattato queste immagini con un autentico sentimento di rispetto per le persone ritratte. Non penso che il loro stato sia squallido, in alcun modo. Capisco i disagi e la fatica che hanno vissuto per finire in quella situazione».
Sui social network esistono anche pagine che raccolgono foto dei cosiddetti salaryman, l’equivalente del nostro “colletti bianchi”, addormentati, come I Love Salaryman in Tokyo. Due anni fa si era molto parlato di una campagna pubblicitaria commissionata alla grande società americana Ogilvy & Mather per scoraggiare la tendenza: invitava chi trovava le persone svenute a fotografarle e condividerle con l’hashtag #nomisugi, per sfruttare la paura e la vergogna dei giapponesi nel veder pubblicata sui social network una foto che li ritrae ubriachi e addormentati per strada.
*** ilpost.it, Colletti bianchi giapponesi, sfiniti. Dal troppo lavoro e dall'alcol in cui cercano una via di fuga, finendo per addormentarsi scomposti in giro, come mostrano le fotografie di Kenji Kawamoto, 16 febbraio 2017, qui
LINK 10 foto di Kenji Kawamoto qui
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