Il Festival di Sanremo è notoriamente una delle trasmissioni televisive più seguite in Italia. Proprio nel corso di questa trasmissione la RAI, televisione di Stato (è bene sottolinearlo) ha deciso di mandare in onda uno spot dello sfruttamento e di una concezione servile del lavoro, in questi anni molto in auge. Tale Salvatore Nicotra, è stato presentato come “impiegato modello”, in quanto “in 40 anni di carriera non ha fatto neanche un giorno di malattia”. Ci sarebbe da chiedersi quale sarebbe il merito in questo fatto. Se un lavoratore si ammala, per quale motivo non dovrebbe usufruire del suo legittimo diritto alla malattia? E dove sarebbe il merito, invece, nel non ammalarsi, oppure, nel lavorare anche quando si è ammalati? Forse, si tenta di instillare una senso di colpa in coloro che esercitano il diritto di non lavorare quando sono ammalati? Forse si richiede ai lavoratori di rinunciare a un loro diritto? In nome di che cosa? Della “produttività” ad ogni costo? Oppure della rinuncia a qualsiasi tutela?
Si sottolinea, inoltre, che il signore avrebbe rinunciato a 239 giorni di ferie, che avrebbe devoluto alla sua città. Anche qui, dietro l’encomio di un singolo individuo si nasconde un’implicita, ma non innocua, esortazione a privarsi dei propri diritti; non solo alla malattia, bisogna rinunciare anche alle ferie, possibilmente lavorare tutto l’anno, per essere considerati “impiegati modello”. (...)
*** Matteo VOLPE, Siate tutti schiavi modello, 'l'intellettuale dissidente', 14 febbraio 2017
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