"Inspiegabile far parte di un partito che si chiama democratico e aver paura della democrazia."
(Matteo Renzi, 'la Repubblica', 15 febbraio 2017).
Condivido. E' inspiegabile.
Eppure c'è chi l'ha diretto per 3 anni, quel partito, giocando a fare 'l'uomo solo al comando' e pavoneggiandosi ogni giorno per questo suo stile arrogante e sbruffone: ascoltando solo per finta, prendendo in giro in continuazione gli interlocutori non tifosi, insultando i dissenzienti. Procedendo a carrarmato e imponendo una politica (per contenuti e modalità) suicida: che non poteva che portare dove infatti ha portato.
La minoranza, ora accusata di aver paura della democrazia, è accusabile solo di una cosa: di non avere fermato il suo sedicente leader da subito, prima che andasse a sbattere come era logico che accadesse, facendo così perdere tre anni al Paese e prima che, spaccando ogni giorno il partito, uccidesse il Pd come ormai (scissione o non scissione) è già platealmente avvenuto.
Adesso, l'accusa di "aver paura della democrazia" rivolta a chi finalmente dissente e finalmente forse vorrebbe discutere 'sul serio', fuori da ogni 'format' plebiscitario che ridurrebbe un congresso a una 'sveltina' (ma pure 'fuori tempo massimo': e questo capita quando la pazienza non ha un limite e diventa complicità), non solo fa ripetere a chi osserva dall'esterno il vecchio detto delle nonne "da che pulpito viene la predica", ma conferma che il tratto della sfrontatezza/impudenza è uno dei punti davvero eccezionali del profilo psicologico di questo leader 'tossico'
Di uno così si potrebbe dire, più volgarmente, che ha la faccia come il suo lato b.
*** Massimo FERRRARIO, Impudente, 'facebook', 15 febbraio 2017, qui (con numerosi scambi, molti di amici in dissenso con il mio post)
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